24 Agosto 2014

Incendio capannone a Vaiano, prelevati campioni per verificare la presenza di combustibile e di eternit – Foto


Occorrerà anche l’intera giornata di oggi per spengere gli ultimi focolai dell’incendio che ieri mattina ha distrutto il capannone di via Buricchi a Vaiano. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte e anche oggi attingendo alle acque del Bisenzio per raffreddare il materiale carbonizzato a seguito del rogo. Operazioni che richiedono una certa cautela, perchè l’edificio è praticamente sventrato e potrebbe essere pericolante. Nella fabbrica era custodito il provento di furti e truffe ai danni di un centinaio di aziende in tutta Italia. Aziende che avevano consegnato beni – oltre 250 pancali di merce (prodotti per l’igiene della casa, bigiotteria, cosmetici, biancheria, cancelleria, perfino una tonnellata di materiale pirotecnico) – senza essere pagate. Il deposito era stato scoperto e sequestrato due settimane fa dalla polizia stradale, che aveva denunciato per ricettazione un 31enne napoletano. Prima che la merce fosse restituita ai proprietari (l’inventario e lo spostamento dei fuochi d’artificio era già iniziato) c’è stato l’incendio, quasi sicuramente doloso.

Stamani i vigili del fuoco hanno prelevato materiale in vari punti del capannone per verificare eventuali tracce di combustile pesanti (i cosiddetti acceleranti, principalmente benzina e gasolio), mischiati agli altri prodotti chimici, sostanze infiammabili e solventi presenti nell’immobile. Sono stati prelevati anche dei frammenti del tetto crollato, che saranno analizzati dall’Arpat: con ogni probabilità le coperture erano infatti ricoperte di eternit. Cinque travi che sostenevano le volte sono crollate e il capannone stamani aveva le sembianze di un’enorme distesa informe di materiale carbonizzato, da cui spuntavano resti di pentole, piatti ed elettrodomestici.
Del complesso immobiliare che ospita in tutto quattro capannoni, gli altri tre si sono salvati: uno di questi (sul lato Bisenzio, come quello colpito dalle fiamme) era stato affittato a dei cittadini cinesi che mesi fa vi avevano allestito una piantagione di marjuana, sequestrata nel febbraio scorso e fatta distruggere dai carabinieri in un impianto di incenerimento dei rifiuti.

D.Z.

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