11 Ottobre 2014

Carcere non solo come luogo di pena, ma anche di riabilitazione grazie al lavoro dei volontari


Si intitola “Il Carcere: luogo di pena e/o opportunità di sviluppo?” il convegno che si è svolto stamani, nel salone Consiliare del Comune, per informare e cercare di cambiare la percezione che l’opinione pubblica ha nei confronti del penitenziario come luogo avulso dalla città. L’iniziativa è stata promossa dal Gruppo Barnaba, costituito da una trentina di volontari che operano all’interno della casa Circondariale di Prato dal 1987, svolgendo svariati servizi: dall’insegnamento alla cura dei rapporti con le famiglie, dalla gestione del guardaroba, all’organizzazione dei corsi formativi fino al sostegno e all’accompagnamento dei detenuti fuori del carcere.”Il carcere è un ambiente difficile per cui occorre una formaizone adeguata di tutti i volontari che intendono partecipare – ha spiegato Maria Gabriela Lai, presidente del gruppo Barnaba – ma il motivo per cui organizziamo questi convegni con la città è per dare informazioni corrette sul carcere senza romanticismi né pregiudizi di altro genere e, al contempo, sensibilizzare i cittadini a favorire il reinserimento dei detenuti. Agevolare questo percorso sarebbe un notevole passo avanti anche di civiltà per la città e la sua sicurezza perché spesso ci lamentiamo, ma facciamo poco per favorire la reintegrazione di queste persone”. Tra i nuovi progetti del gruppo, quello di mettere a disposizione, in accordo con Comune e la direzione del carcere, una casa per permettere a chi ne ha diritto, di usufruire di misure alternative, come i domiciliari.
Ad aprire i lavori è stato Vincenzo Tedeschi, direttore del carcere di Prato, con un intervento nel quale ha ribadito l’importanza del contributo dei volontari anche ai fini di un percorso di reinserimento nella società dei detenuti. Lo stesso Tedeschi, a margine dell’incontro, ha toccato lo spinoso tema delle carenze igienico-sanitarie riscontrate alla Dogaia.”Cerchiamo di fronteggiare l’emergenza continua con le risorse che abbiamo – ha detto – e faremo tutto il possibile per rendere la vita dei detenuti e degli operatori penitenziari la migliore possibile”. Tra gli altri, sono intervenuti don Virgilio Balducchi, ispettore dei cappellani delle carceri italiane e la garante dei detenuti di Prato, Ione Toccafondi. A chiusura dei lavori, non è mancata la testimonianza di un detenuto, Domenico, il quale ha raccontato la sua esperienza di riconquista graduale della libertà personale grazie all’aiuto di volontari che lo stanno sostenendo in questo cammino.

 

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