Sembra quasi impossibile che nel sottopasso ferroviario di via Marini non siano avvenuti, almeno negli ultimi tempi, incidenti tra veicoli e pedoni. La carreggiata stretta, l’altezza (si fa per dire) ridottissima, la promiscuità con i pedoni (non ci sono marciapiedi e c’è un gran via vai di gente verso la vicina via Strozzi e verso la Chinatown) e la totale mancanza di illuminazione rendono molto pericoloso questo varco della ferrovia Firenze – Lucca – Viareggio. Senza dire che ogni tanto qualche veicolo, a cui evidentemente sfugge il cartello di divieto di transito per mezzi superiori in altezza ai due metri, ci rimane incastrato, mandando in tilt il traffico intorno al centro storico e danneggiando il sottopasso. Due i casi, almeno, nel 2013; nel 2012 ci rimase impigliata anche un’ambulanza. L’ultimo episodio alcune settimane fa.
Anche perché, d’estate, la scarpata della ferrovia si riempie di vegetazione che solo di rado viene tagliata. A luglio (leggi l’articolo) raccogliemmo la protesta degli abitanti del quartiere: le frasche avevano coperto completamente anche il cartello che indica l’altezza consentita. Finalmente nel mese di ottobre le Ferrovie dello Stato hanno messo mano alla pulizia ma – sorprendentemente – hanno ripulito solo metà scarpata, come si può vedere nelle foto. Mistero di Rfi (l’azienda controllata da Fs).
Ma se il sottopasso di via Marini, a causa dell’ingente traffico veicolare è quello più a rischio, la viabilità è complicata e i pericoli non mancano nemmeno negli altri “varchi” che costellano la città. Quelli piccoli, certamente, perché al Ponte Pietrino, in via Machiavelli o al Ponte Datini problemi particolari non si segnalano. Semmai è molto disagevole, quando piove, quello di via Curtatone, nei pressi di piazza Ciardi; qui da anni la situazione è invariata: la fogna non riceve e le auto che passano creano una vera onda “anomala” che travolge i pedoni sui marciapiedi, particolarmente quello lato mura.
I problemi per il traffico veicolare e per i pedoni sono evidenti – come mostrano le foto nella galleria qui sotto – in via del Campaccio, via dei Gobbi e via Erbosa: chi vi transita con l’auto istintivamente è portato ad abbassare la testa. Provare per credere.
Eppure aver sopraelevato le due vie ferrate che attraversano Prato – la direttissima per Bologna e la Firenze – Lucca – Viareggio, fu una decisione lungimirante, che ha reso possibile la circolazione in città: basti pensare a quel che succede, invece, in molti centri urbani che si trovano alle prese con i passaggi a livello perfino in pieno centro: per star nelle vicinanze, Montecatini o, fino a non molti anni fa, anche Firenze.
Sul finire degli anni Novanta del secolo scorso, l’Aci provinciale pratese aveva presentato uno studio che prevedeva lo spostamento più a sud della Firenze – Lucca – Viareggio. Lo scopo era quello di eliminare dalla prossimità del centro storico questa lunga barriera che attraversa l’intera città da est a ovest e i relativi sottopassi: un progetto davvero d’altri tempi per i costi che avrebbe comportato, ma impensabile soprattutto perché avrebbe eliminato la Stazione di Prato Porta al Serraglio, frequentatissima per la sua grande comodità a pochi minuti da piazza del Duomo.
Guarda la galleria fotografica realizzata da Antonio Rametta.
 
			 
            
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