13 Gennaio 2015

Influenza aviaria: la Provincia vieta l’uso degli uccelli da richiamo vivi nella caccia


Stop cautelare all’’uso di caradriformi (uccelli di mare fra cui gabbiani e alche) e anseriformi (fra cui cigni, oche, anatre) nella pratica dei richiami vivi a uso venatorio. Il divieto deriva da un’ordinanza del Ministero della Salute che in via cautelare, a seguito della positività a un virus influenzale patogeno riscontrata lo scorso dicembre in un allevamento di tacchini in provincia di Rovigo, ha disposto la sospensione dell’’utilizzo di uccelli da richiamo selvatici come germano reale, alzavola, codone, canapiglia, mestolone, moretta, moriglione fischione, marzaiola e pavoncella.

La Polizia provinciale, insieme all’ufficio Caccia dell’ente, sottolinea che al divieto dovranno attenersi tutti i cacciatori e che la sua infrazione comporterà una sanzione penale.
La disposizione temporanea del Ministero rientra nel protocollo di azioni utili a prevenire e contenere la diffusione del virus dell’influenza aviaria fra gli uccelli selvatici, in particolare degli anatidi (anatre selvatiche) che rivestono un ruolo importante nell’introduzione e diffusione dei virus nell’ambiente. Il divieto è in via precauzionale e riguarda tutti gli appostamenti di caccia che non possono utilizzare richiami vivi appartenenti agli ordini degli anseriformi e caradriformi.

Lo stesso Ministero ritiene necessario definire alcune misure minime per la corretta gestione di questi volatili. In particolare è chiesto di comunicare ai Servizi veterinari delle ASL competenti l’indicazione delle zone di caccia dove gli uccelli sono stati utilizzati nel corso della stagione venatoria, oltre a riferire sul loro stato sanitario.
Nel caso in cui siano rinvenuti soggetti morti è opportuno avvertire gli stessi servizi veterinari che coinvolgeranno l’’Istituto Zopprilattico di riferimento per l’’autopsia e la ricerca di virus influenzali.

E’ utile operare una rigida separazione, al rientro degli uccelli da richiamo, fra questi e il pollame domestico e gli altri volatili detenuti. Si raccomanda infine un’’accurata pulizia e disinfezione dei mezzi e delle attrezzature utilizzati per il trasporto degli uccelli da richiamo e dei recinti eventualmente utilizzati per detenere i volatili presso gli appostamenti di caccia. Nel luogo di detenzione dei richiami, se la persona addetta al loro governo è la stessa che si occupa anche di altri volatili allevati, devono essere garantite adeguate norme di igiene di carattere personale (lavaggio mani, cambio stivali) e generale (attrezzi per il governo e la pulizia distinti).

I cacciatori sono invitati a seguire tutte le indicazioni sopra evidenziate, si ricorda che l’utilizzo dei richiami vivi nell’attività venatoria – fino a quando non sarà rimosso il divieto – comporta una sanzione penale. La Polizia provinciale è come sempre disponibile a fornire informazioni e ricevere richieste e/o segnalazioni attraverso il numero di telefono 337-317977 o il sito internet della Provincia di Prato www.provincia.prato.it.

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