30 Gennaio 2015

Varvarito verso la sistemazione definitiva: il Comune ha individuato due nuove aree per le aziende di movimentazione terra


Buone notizie per la Varvarito e per tutte le aziende che si occupano di movimentazione terra. Sono due le aree lungo la A11 individuate da Comune, Provincia e Regione sul territorio comunale pratese da destinare ad impianti di trattamento dei rifiuti inerti non pericolosi, in particolare provenienti dall’edilizia e dalle escavazioni: la prima, di 19 ettari, a Casale, vicino al casello autostradale di Prato Ovest, fra l’autostrada Firenze-Mare e la declassata, quasi al confine con Agliana; la seconda, di 9 ettari, a Iolo, su viale Manzoni, a nord del Macrolotto 1 stretta fra la prima tangenziale, l’autostrada e l’asse delle industrie del quartiere.

Una novità importante, visto che fino ad ora a Prato non esistevano terreni con questa destinazione d’uso e le aziende operanti nel rampo erano costrette a lavorare con autorizzazione provvisoria. Il primo passo, dopo più di due anni di conflitti e problematiche varie, per trovare finalmente una sistemazione definitiva ad aziende come la Varvarito, che hanno rischiato di chiudere e di mandare a casa gli operai, nonostante il lavoro non mancasse, proprio perché non c’era un’area idonea ad ospitare lavorazioni di questo tipo. In precedenza erano state vagliate molte ipotesi, fra cui quella di via delle Lame, al confine con Montemurlo, bloccata dall’insorgere dei residenti e quella del Calice, scartata dall’autorità di bacino. «Praticamente in tempi record sono state individuate le aree più idonee da destinare a questo uso, tenendo conto della lontananza dagli insediamenti abitativi e della tutela del paesaggio, trattandosi di attività non inquinanti, ma impattanti – ha spiegato l’assessore all’urbanistica del Comune, Valerio Barberis – fin dal nostro insediamento ci siamo occupati della questione, soprattutto per le ricadute sul lavoro, e non è stato facile organizzare una conferenza dei servizi con tutti gli enti coinvolti per individuare le zone e dare il via al percorso. Al termine dell’iter amministrativo saranno poi i privati a dover trovare un accordo per l’acquisto dei terreni, che non sono di proprietà comunale”.

La Conferenza dei Servizi, per avviare l’accordo di pianificazione, si è conclusa il 21 gennaio ed ha coinvolto Arpat, Usl, Autorità di Bacino, Consorzio di Bonifica, Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici ed archeologici, Publiacqua, Snam, Terna. Per la scelta delle aree sono stati utilizzati criteri tecnici, valutando appunto i siti privi di vincoli idrogeologici, ambientali e paesaggistici e compiendo su ogni sito uno studio approfondito a cui hanno contribuito tutti gli enti coinvolti. L’intesa preliminare per la variante al piano strutturale e al regolamento urbanistico del Comune e al piano territoriale di coordinamento, è stata firmata proprio stamani dal sindaco Matteo Biffoni e dall’assessore regionale all’Urbanistica Anna Marson. La destinazione d’uso dei terreni passerà da agricola a servizi tecnologici: entro il 30 novembre di quest’anno si dovrà concludere l’accordo di pianificazione, osservazioni comprese, con l’allineamento dei rispettivi strumenti urbanistici.

Fino a quel momento sarà prorogata la permanenza provvisoria di Varvarito a San Giorgio a Colonica: “Oggi è stato fatto un primo grande passo per permettere a chi ha voglia di lavorare e di investire sul territorio di continuare a farlo – commenta soddisfatto Franco Varvarito, titolare dell’azienda omonima – I due terreni sono entrambi perfetti per il tipo di attività di cui ci occupiamo. Ancora è presto per dire se sceglieremo Iolo o Casale, ma in questi mesi prepareremo un progetto per farci trovare pronti al termine dell’iter amministrativo. L’idea è quella di occupare almeno 6 ettari, ma molto dipenderà anche da quante aziende saranno interessate a stabilirsi su quei terreni. Intanto ringraziamo Comune, Provincia e Regione per aver trovato finalmente una soluzione definitiva al problema: con la nuova proroga inoltre saremo in grado di tornare ad operare, già da San Giorgio a Colonica, sul mercato libero. Una grande notizia per noi e per tutti i nostri dipendenti”. Il problema del deposito e del trattamento degli inerti non riguarda solo grosse aziende come Varvarito, ma anche aziende edili e di minori dimensioni, perché molto spesso i materiali di scavo o provenienti da demolizioni-costruzioni finiscono impropriamente nei fossi e nei terreni liberi creando discariche abusive.

 

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