Il teatro in carcere come strumento per guardare dentro se stessi. Con questo scopo stamattina alla casa circondariale pratese, in occasione della seconda giornata nazionale del teatro in carcere, è stata presentata la convenzione tra Dogaia, fondazione teatro Metastasio e teatro Metrapopolare. Il documento fa diventare ufficialmente il carcere di Prato un centro culturale permanente. “E’ un progetto iniziato 8 anni fa – racconta la presidente di Teatro Metrapopolare Livia Gionfrida – e oggi i tempi sono maturi perché la Dogaia diventi a tutti gli effetti una residenza artistica”.
Il protocollo, che prevede anche il sostegno di Comune di Prato e Regione Toscana, ufficializza la collaborazione istituzionale in merito a organizzazione e produzione di eventi culturali dentro il carcere; non solo spettacoli teatrali ma anche concerti. Un altro degli obiettivi è formare i detenuti su tutti i mestieri teatrali. Ciò che distingue questo progetto da un semplice laboratorio è infatti la professionalità: i detenuti che partecipano, circa una settantina ogni anno, imparano un lavoro spendibile una volta usciti. Inoltre, la garante comunale per i diritti dei detenuti Ione Toccafondi ha evidenziato come a livello nazionale i dati indichino che la recidiva tra i carcerati che fanno teatro è del 6%, del 65 per chi non lo fa. “Per il Metastasio il rapporto con questo carcere è strategico – dice Edoardo Donatini, vice presidente della fondazione Teatro Metastasio -. Il teatro è uno strumento per lo sviluppo dell’individuo, anche se questo si trova in una situazione di disagio. Per noi è un impegno culturale e civile”. Infine il direttore della struttura carceraria Vincenzo Tedeschi ha sottolineato quanto il teatro consenta la conoscenza di sè e quanto dia l’opportunità di migliorarsi. All’orizzonte per i detenuti-attori ci sono un concerto e in autunno un nuovo spettacolo.