Flash Mob degli insegnanti precari contro la riforma della Buona Scuola: “La stanno uccidendo” FOTO


Gli insegnanti precari sono scesi in piazza in tutta Italia per un flash mob, iniziativa nata spontaneamente a partire dai social network, che ha voluto porre sotto all’attenzione generale il tema della dibattuta riforma della “Buona Scuola” voluta dal Governo e discussa in Parlamento anche in questi giorni, protestando contro alcuni punti ritenuti critici – dalla questione degli scatti di anzianità e i bonus per merito, ai poteri rafforzati del dirigente scolastico, passando per gli aspetti fiscali e contrattuali, ma soprattutto temendo per il rischio dell’eliminazione delle graduatorie ad esaurimento. Non è andato giù alla categoria l’insufficiente coinvolgimento nel dibattito delle parti, sindacati e personale. Circa cento i precari in piazza del Comune, palcoscenico della manifestazione pratese, che hanno depositato un lume sotto la statua di Francesco Datini: “Hanno ammazzato la scuola pubblica, non esiste più. Noi vogliamo il ritiro del ddl, non si fanno le cose da soli,  non si decide senza i sindacati per quanto riguarda la parte contrattuale e senza parlare davvero con i docenti. Bisogna guardare anche all’aspetto pedagogico oltre che economico, per il futuro dei nostri bambini”. “Contestiamo la riforma perché sostanzialmente cade dall’alto. E’ impensabile, poi, pensare che i problemi della scuola si risolvano così, dando ad esempio più poteri ai dirigenti scolastici. Non funziona”. Sono alcune delle tante testimonianze dei partecipanti. Molti temono per il proprio futuro. Si tratta di insegnati precari da ben dieci anni, casi non isolati, che adesso hanno paura di veder andare in fumo gli sforzi fatti fino ad oggi e le incertezze sopportate. “Dopo tre anni in Europa un precario si assume, non si licenzia. Pensare di risolvere il problema del precariato mandando a casa, è come voler risolvere il problema della fame nel Mondo uccidendo chi ha fame”, ci dice un’altra insegnate, anche lei precaria da molti anni. Non sono mancati poi insegnanti di ruolo accorsi per dare sostegno ai colleghi, striscioni e slogan. Il tutto pacificamente, nonostante il tema sia molto sentito. Alle 20.30, con il primo buio, gli insegnanti hanno acceso il proprio cero, formando un cerchio al centro del quale, uno per volta, hanno depositato la candela. Quasi una veglia funebre: “La scuola è morta, ora basta!”, gridano in coro. Di seguito le foto del Flash Mob:

Chiara Gori

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