28 Aprile 2015

La Kylix etrusca torna a Palazzo Buonamici


La kylix etrusca torna a Palazzo Buonamici. Dopo i controlli della Soprintendenza Archeologia della Toscana il prezioso reperto della città etrusca di Gonfienti sarà di nuovo visibile al pubblico. E per venerdì 1, sabato 2, domenica 3 e 24 maggio è prevista un’apertura straordinaria del palazzo, nel pomeriggio per permetterne la visione.
Stamani il presidente della Provincia insieme a Paola Perazzi e Gabriella Poggesi della Soprintendenza Archeologia della Toscana sono stati testimoni del ritorno della Kylix nel salone del Gonfalone.
In questi mesi, dal settembre 2014 ad oggi, la Kylix ha subito un check-up da parte della Soprintendenza per controllarne lo stato di conservazione. Nel frattempo è stata anche attivato un nuovo accordo con la Provincia per consentire a un reperto così importante di poter essere esposto al pubblico. In particolare è stata stipulata una polizza secondo la formula “da chiodo a chiodo” che fornisce le più ampie garanzie per ogni tipo di danno, oltre naturalmente all’eventualità del furto.
Per celebrare il ritorno della splendida coppa di Douris la Provincia sta preparando un calendario di eventi, che potranno facilitare e arricchire l’opportunità per i cittadini di conoscere questa preziosa testimonianza etrusca. Già in calendario, il 16 maggio la presentazione di un libro. Intanto nel fine settimana del 1 maggio si potrà approfittare dell’apertura straordinaria di palazzo Buonamici nei pomeriggi da venerdì 1 a domenica 3 maggio compresi, dalle 16 alle 19. Apertura straordinaria già programmata anche per domenica 24 maggio sempre dalle 16 alle 19.
La kylix è rimasta esposta a palazzo Buonamici dal maggio 2010 al settembre scorso, inzialmente insieme alla coppa di vetro turchese rinvenuta nel Tumulo di Montefortini, che oggi si trova nel Museo Archeologico di Artimino. La coppa greca è la testimonianza dell’apertura culturale di cui era protagonista il mondo etrusco nel nostro territorio e della presenza di floridi commerci. Realizzata ad Atene e scoperta in quella che era la sala da pranzo di uno degli edifici più grandi dell’area di Gonfienti (lotto 14), la kylix è stata rinvenuta in due tempi. Una prima metà all’interno della sala del triclinio e l’altra, l’anno seguente, nella zona del portico. Probabilmente fu spezzata e sepolta dal crollo del tetto dell’abitazione, ma l’averla potuta ricostruire interamente è un fatto straordinario, solitamente infatti si trovano solo frammenti sia nel Mugello, che a Pietramarina, ad Artimino e anche nella stessa Gonfienti.
LA KYLIX – Realizzata ad Atene da Douris, un pittore di fama, e scoperta in quella che era la sala da pranzo di uno degli edifici più grandi dell’area di Gonfienti, la Kylix è infatti un esemplare prestigioso, che suggerisce l’elevato livello economico e sociale dei proprietari dell’edificio e più in generale della comunità di Gonfienti, dove è significativa la presenza di ceramica attica. La Kylix si distingue per la qualità e complessità della decorazione a figure rosse di tipo B, sulla quale sono raffigurate scene tratte dal mito. Sul lato A tre personaggi, due giovani figure maschili e il dio Eros, sul lato B ancora un giovane e alcuni guerrieri. La ricca decorazione accessoria, costituita soprattutto dal motivo a grandi palmette con girali, risulta quella caratteristica del tardo periodo dell’attività del pittore Douris. Le scene si riferiscono probabilmente ad un episodio del ciclo di Teseo e si potrebbe supporre un riferimento al mito della discesa di Piritoo all’Ade, che costituiva la materia di uno dei poemi narrativi appartenenti al corpus esiodeo. Il ciclo di Teseo è attestato nel corpus del maestro su tre kylikes e, forse, sul frammento di una quarta. La scelta dei soggetti mitologici della coppa di Gonfienti, piuttosto rari, appare perfettamente in linea con la predilezione dimostrata da Douris per i miti inconsueti, dei quali talvolta il maestro presenta una raffigurazione unica. La kylix di Gonfienti si può attribuire al tardo periodo della produzione di Douris o, in seconda ipotesi, alla sua scuola, con una cronologia orientata intorno al 475-470 a.C.

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