13 Giugno 2015

Giovanni Mati presenta il libro “Le rette parallele”: storia di vite indipendenti che si incontrano e si uniscono. Dando il via a un’indagine…


Nel nuovo auditorium della scuola di musica Giuseppe Verdi, le note hanno lasciato spazio alle parole. Quelle di Giovanni Mati, noto avvocato pratese e scrittore, ora al suo terzo libro con “Le rette parallele”, presentato ieri sera e introdotto dal sindaco Matteo Biffoni e da Piero Ceccatelli, Umberto Cecchi e Jacqueline Magi. Le rette sono qui le vite di ciascun personaggio: vite, come le parallele, destinate a scorrere separate. Ma come  queste possono  incontrarsi all’infinto, anche le storie dei protagonisti si intrecceranno, in un luogo fisico e dell’anima, dando il via a piccole-grandi rivoluzioni personali …e anche a un’ indagine: la ricerca di un figlio perduto da anni, che solo l’amore per la vita stessa potrà ritrovare. Il vecchio colonnello francese Jean Marie rimasto paralizzato; Leonardo, lo studente pratese che si trasferisce a Roma dopo tragici avvenimenti familiari; Solidea, la giovane aspirante farmacista solare come il suo nome ma anch’essa con le sue profonde ferite. Sono loro a dare corpo al romanzo, insieme a una serie di personaggi secondari nella narrazione ma non nella cura della loro caratterizzazione. “Penso che inventare storie sia una delle massime espressioni della civiltà. Ogni personaggio, in questo libro, porta con sé delle caratteristiche particolari, una storia personale. Ecco, ‘Rette Parallele’ è la storia della vita degli uomini“, spiega l’autore. Per Mati la scrittura è anche evasione dalla professione, oltre che divertimento, e la sua passione non si esaurisce: dopo l’esordio con  “La Mala Pietra” e il noir “Morte in maremma“, è quasi pronto per la stampa il quarto lavoro, che affonda le radici nel territorio e narra: “Il Sacco di Prato nei ricordi di una cortigiana“. Ma prima, spazio ai destini letterari da svelare in “Le rette parallele“.

Chiara Gori

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