26 Giugno 2015

Il Museo del Tessuto apre ai cinesi: la storia dei pronto moda in un video nell’esposizione permanente


Lo definisce – e non a caso – un “passo culturale molto forte”, quello di inserire, all’interno del percorso espositivo permanente del Museo del Tessuto, un video in cui si affronta anche il tema dell’immigrazione cinese in città. Filippo Guarini, direttore del Museo, annuncia la novità – pronta a partire dalla fine dell’anno – durante una conferenza stampa dedicata alle nuove strumentazioni di cui si è dotato il museo per aprirsi anche ai turisti e ai nuovi cittadini con gli occhi a mandorla.
“Si tratta di un multimediale che racconta l’evoluzione del distretto tessile pratese a partire dagli anni Settanta del Novecento e che culmina con un racconto sul distretto contemporaneo e sulla presenza dell’immigrazione cinese”, spiega Guarini. “Quindi racconterà in generale come è nato il fenomeno dell’immigrazione e come si è installato presso di noi il distretto cinese. Un passo culturale molto forte, raccontare in un museo come il nostro, fortemente identitario, la presenza della comunità cinese”.

E adesso è proprio la storia dell’immigrazione massiccia cinese ad entrare ufficialmente all’interno di un museo simbolo di identità e di rinascita per il distretto di Prato. Quei cittadini dagli occhi a mandorla che si sono progressivamente radicati nelle fabbriche lasciate vuote e hanno creato decine e decine di aziende di pronto moda saranno i protagonisti di un video che ripercorre tutte le fasi del distretto tessile pratese, e che entrerà a far parte del percorso espositivo permanente collocato al secondo piano del museo all’interno dell’ex Campolmi. Una ricerca che è ancora in corso, un lavoro complesso di ricostruzione, portato avanti attraverso ricerche del personale scientifico del Museo, e grazie a una collaborazione con IRIS, che ha svolto ricerche importanti sul tema anche nell’ambito delle attività finanziate dal progetto Prato – come ad esempio Trame di Quartiere sul Macrolotto Zero.
Trattandosi di un video, è in corso una ricca ricerca iconografica e di immagini video che verranno pescate dagli archivi Rai, e nei principali archivi video della città, archivi privati, e anche dal web. “Un lavoro complesso”, come lo definisce Guarini, “e sarà anche difficile arrivare a un punto di equilibrio su come raccontare questa vicenda che come sappiamo può essere letta in maniera diversa. Questa dovrà essere una storia che legga gli eventi in maniera più imparziale possibile, se su questi temi – aggiunge cauto – può esistere una imparzialità”.
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