BpVi, accelerata sulla trasformazione in Spa. E i soci pratesi tentano la negoziazione con la banca


La banca Popolare di Vicenza accelera le pratiche per la conversione in società per azioni, che potrebbe arrivare già dopo l’estate. Dopo le polemiche degli scorsi mesi – con la svalutazione delle quote, decisa in aprile -, l’istituto di credito prepara le carte per il debutto in Borsa, un battesimo che – si vocifera – avverrà entro il primo trimestre 2016. E’ stata infatti superata la soglia di valore dell’attivo richiesto (8 miliardi di euro). Il Cda, in una riunione di qualche giorno fa, ha quindi dato mandato al neo direttore generale Francesco Iorio di dare il via alle attività necessarie alla svolta, richiesta per legge. Un ok votato all’unanimità.

La scelta del Consiglio, si legge in una nota diramata dalla Banca, è stata presa anche nell’ottica di rispondere, in modo idoneo e corente, alle esigenze dei soci in merito alla vaglio dell’autorità di vigilanza nelle prossime settimane, dopodiché spetterà alla riunione straordinaria dei soci esprimersi sulla proposta entro i termini previsti.

Mentre si attende di conoscere il nuovo volto della Popolare vicentina, soci e clienti pratesi intanto non demordono: la partita per recuperare i soldi perduti con la svalutazione delle quote – circa il 23 per cento del capitale investito – è a oggi ancora aperta.

“Siamo partiti con l’azione legale a tutti gli effetti. Il primo passo, la fase preliminare è una negoziazione assistita. Dal momento che un procedimento legale dura 4 o 5 anni – spiega l’architetto Tommaso Caparrotti, animatore del gruppo Facebook ‘BpVi ci rendi i soldi?’ – abbiamo preferito tentare la strada dell’accordo concordato. Siamo supportati da un legale. La speranza è trovare una soluzione condivisa. Se questo step dovesse fallire, ci muoveremo senza ombra di dubbio in sede legale”.

Sul fronte della trasformazione in Spa restano comunque i dubbi e i timori del caso.

“Per noi è una cosa negativa. Non è una discussione a cui abbiamo preso parte ma che ci vede semplicemente informati di quanto deciso dal Cda in assemblea. In più – rimarca Caparrotti – intraprendere un percorso legale con un soggetto che sta cambiando la propria struttura, o che ha deciso di cambiare la ragione sociale, non è cosa di poco conto. Per noi si complicano le cose. Per questo stiamo accelerando i tempi dell’azione legale: per avere un interlocutore certo”.

Giulia Ghizzani

 

 

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