7 Luglio 2015

“Guerra” di attribuzioni per gli affreschi della pieve di Figline: una tesi di laurea svela alcune novità nella Prato dell’arte


La pieve di San Pietro a Figline, un tesoro ancora da scoprire: è questo l’assunto della tesi di laurea magistrale in storia dell’arte medievale di Luca Sposato, che il prossimo martedì 14 luglio discuterà all’Università di Firenze il proprio lavoro, intitolato “Come un fiore caduto sul Prato: la Pieve di San Pietro a Figline”, relatore Andrea De Marchi, correlatore Claudio Cerretelli, direttore dei musei diocesani pratesi. Obiettivo della dissertazione di Sposato – 29enne nato a Tirano (Sondrio), ma ormai pratese di adozione – è proprio quello di ripensare alcune attribuzioni degli affreschi presenti nell’antica pieve: “Ci sono pitture nella chiesa di Figline che ancora non sono state attribuite con certezza – spiega Luca, che dopo essersi laureato all’Accademia di Belle Arti di Firenze si è specializzato in storia dell’arte – e questo mio lavoro vuole proprio cercare di fare luce, nel suo piccolo, su alcuni tra i capolavori nascosti della nostra arte medievale cittadina”.
Forse lo sanno bene solo gli addetti ai lavori, ma le dispute tra esperti che si combattono a suon di attribuzioni sono alla base di molte grandi scoperte artistiche: con questo lavoro prova a insinuarsi “in scivolata” anche il giovane Sposato, che con un pizzico di follia prova a confutare anche alcune tesi nientemeno che di Isabella Lapi Ballerini, dirigente del Mibac, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali: “Non ho potuto fare a meno di andare contro ad alcune sue ipotesi – ammette Luca – che tra gli affreschi dei fratelli di Miniato ne ascriveva uno a un artista alternativo, definito maestro di San Giusto. Un errore, secondo me: l’opera rappresenta invece una fase tardiva delolo stesso Antonio di Miniato”. Un lavoro certosino che solo l’occhio indagatore di uno storico dell’arte potrebbe riconoscere: una dissertazione, quella di Sposato, che per la sua redazione ha toccato alcuni tra i luoghi più belli e sconosciuti di Prato, come l’oratorio di San Bartolomeo in via Cava, quello di Santa Maria Maddalena dei Malsani in via Firenze o la sagrestia della pieve di San Giusto, in cui è nascosta una mirabile Crocifissione.
Settimane e settimane da cercatore di “tesori”, che confermano la valenza artistica della nostra Prato soprattutto per i secoli dal XIV al XVI. “Un lavoro senz’altro apprezzabile – dice della tesi di Sposato don Giuseppe Billi, parroco di Figline e quindi custode degli affreschi – che conferma quanto questa chiesa sia, come l’ha definita Paolucci, tra le più belle di sempre”.

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Luka Sposy
Luka Sposy
8 anni fa

Non ce l’avrei mai fatta senza il paziente e appassionato contributo dei “miei” fotografi che mi hanno accompagnato in ogni angolo della Provincia. A Loro dedico la mia tesi e ringrazio di cuore!

Lorena
Lorena
8 anni fa

In bocca al lupo a Luca Sposato

Kayoko
Kayoko
8 anni fa

Evvai!

tommaso
tommaso
8 anni fa

Anch’io ho fatto la mia tesi di laurea in storia dell’arte con il prof.boskovits sulle opere della chiesa difigline. Per questo sono interessato a conoscere questo nuovo lavoro.