1 Luglio 2015

Trovare lavoro sarà sempre più difficile: tra sei mesi la FIL rischia di chiudere


Da vent’anni operano all’interno del distretto di Prato, in un dialogo serrato tra aziende, lavoratori, parti sociali. E da vent’anni garantiscono al sistema economico provinciale politiche attive del lavoro di alto valore aggiunto, servizi di orientamento, formazione, informazione e consulenza individuale.
Per questo la spada di Damocle che pende sopra la FIL, la società a capitale pubblico (dal 2010) che gestisce il Centro per l’impiego di Prato, preoccupa sì i 28 dipendenti e i circa 40 tra collaboratori e professionisti che rischiano, con la fine del contratto il 31 dicembre prossimo, di restare senza un lavoro, ma preoccupa anche l’opinione pubblica, che più volte, nelle scorse settimane, è intervenuta per non lasciare che un patrimonio simile di competenze e risorse umane si perda per sempre impoverendo tutto il tessuto economico e sociale pratese.
In concreto, la FIL è stretta nelle maglie della riorganizzazione compresa nel decreto attuativo del Jobs Act relativo ai servizi per l’impiego approvato dal Consiglio dei Ministri, che prevede la costituzione di una agenzia nazionale e relative agenzie regionali del lavoro. Proprio la legislazione e le normative che devono regolare queste ultime, competenza delle Regioni, rischiano ad oggi di tagliare fuori il modello FIL.
Un modello che in Toscana rappresenta un unicum, con una società di servizi legata alla Provincia e dipendenti propri. Ma la Provincia, con il riordino degli enti, ha perso le competenze sul lavoro e di conseguenza la possibilità di prorogare il contratto che la lega alla Fil. Il Centro per l’impiego rimarrebbe dunque privo delle competenze necessarie a gestirlo; tra le soluzioni, ad oggi non sostenute da nessun cavillo normativo, potrebbe esserci quella di un riassorbimento della società da parte della Regione con un contratto di affidamento diretto. Al momento ancora è tutto in discussione, nelle mani della nuova giunta regionale e del presidente Rossi, che proprio sul lavoro ha voluto tenere per sé la delega. La Provincia di Prato, consapevole del problema e dei rischi, si sta mobilitando affinché si arrivi quanto prima ad una soluzione.
Perdendo la FIL e il suo personale, Prato perde un modello riconosciuto esemplare da più parti; un sistema di gestione delle politiche attive flessibile, in stretta relazione con le parti sociali del territorio. “Se Prato perde il suo modello di gestione del Centro per l’impiego – è la chiosa – perde tutta Prato”.
Commenti
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