É convocato per domani il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Vicenza, chiamato ad approvare la semestrale con i conti aggiornati al 30 giugno scorso e a tracciare le prossime mosse verso la trasformazione in Spa voluta dal Governo e la quotazione in Borsa, prevista per inizio 2016. Secondo le previsioni avanzate dai quotidiani specializzati – Sole 24 Ore, Milano Finanza e il sito First on Line – la semestrale si chiuderà con un profondo rosso, in linea con le perdite di quella del 2014, ovvero 750 milioni di euro.
Ma il cda della banca popolare di Vicenza potrebbe riservare altre novità: è atteso infatti un nuovo maxi-aumento di capitale da 1,5 o 2 miliardi di euro. Una cifra ancora più alta rispetto agli scorsi anni: nel 2013 fu chiesto a soci e clienti di acquistare quote per 1,2 miliardi, salvo poi procedere la scorsa primavera ad una svalutazione delle azioni pari al 23%.
Una decisione che ha generato forti contestazioni al presidente Zonin nel corso dell’ultima assemblea dei soci, cause legali da parte dei risparmiatori e perfino un esposto alla Procura della Repubblica di Vicenza da parte di alcuni senatori del Movimento 5 Stelle.
Dopo la svalutazione delle azioni, la Banca Popolare di Vicenza ha annunciato ai sindacati un piano industriale che prevede a livello nazionale l’esubero di 180 dipendenti e il taglio di 150 filiali, di cui 75 già a settembre. A Prato, in particolare chiuderanno gli sportelli di Casale, San Paolo, Zarini e La Briglia, a Vaiano.
I nodi vengono al pettine
La banca dei pratesi .