Il supermercato Carrefour di Calenzano apre anche la notte e scoppia la polemica. Dopo le proteste dei sindacati Cgil, Cisl e Uil in occasione della prima apertura notturna, arriva anche la ferma opposizione da parte di Sel.
“Due anni fa i lavoratori dei centri commerciali della piana fiorentina iniziarono un percorso di contrasto alle liberalizzazioni selvagge degli orari di lavoro che furono introdotte dal decreto Salva Italia del governo Monti” scrive Diego Blasi dell’assemblea nazionale di Sel. “Oggi Carrefour ha deciso di sperimentare l’apertura h24, segno che noi, con il movimento Domenica No Grazie, avevamo capito verso quale direzione ci stavamo dirigendo. Un mercato del lavoro concepito come una giungla, un percorso a ostacoli per i lavoratori: sottopagati, costretti a ritmi di lavoro sempre più insostenibili, senza più la possibilità di immaginare una vita serena da poter dedicare alla famiglia, alla socialità e perché no anche allo svago. A fronte di questi sacrifici non vi saranno (come non ci sono stati con le domeniche sempre aperte), miglioramenti sul fronte dell’occupazione. Aumenteranno invece le esternalità negative come i costi fissi delle aziende e il lavoro precario, di cui i centri commerciali abusano sistematicamente. Non ci arrenderemo – aggiunge Blasi – a questo modello che mercifica il lavoro, le persone e la loro dignità. È una strana idea di progresso quella che riduce drasticamente i diritti e gli spazi di autonomia dei lavoratori. iprenderemo con i lavoratori e le famiglie le battaglie iniziate con Domenica No Grazie e faremo di tutto per contrastare questa nuova regolamentazione degli orari dei centri commerciali. Che inizia con Carrefour ma che contaminerà tutti i concorrenti. Siamo pronti a intraprendere anche una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare con tutti i lavoratori, le associazioni e le strutture sociali e politiche che con noi vogliono condividere una battaglia di civiltà”.
Su questo tema, Blasi non risparmia critiche al governatore Enrico Rossi: “In una prima fase lo stesso presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che incontrammo personalmente più volte, sembrava realmente disposto a porgere una mano verso i lavoratori, facendo del nostro territorio un esempio di resistenza virtuoso contro una deriva malata della regolamentazione del mercato del lavoro. Purtroppo poco dopo ci accorgemmo che Rossi non era realmente interessato a sostenere la battaglia”.
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