4 Agosto 2015

Il tribunale “respira” con i 4 tirocinanti mandati dalla Caritas: firmata la convenzione con “Insieme per la Famiglia Onlus”


Il presidente Nicola Pisano aveva chiesto aiuto alla Caritas per avere qualche addetto in più visto che il tribunale di Prato è costantemente sotto organico: attualmente il personale è composto da 42 persone a fronte di una pianta organica, già sottostimata, di 64. E così, dall’inizio di luglio quattro persone con esperienza nell’amministrazione hanno iniziato un tirocinio nelle cancellerie. Per tre mesi i nuovi addetti andranno in tribunale 24 ore a settimana, cercando così di dare una mano per risolvere una situazione, quella della scopertura degli uffici giudiziari, definita dagli addetti ai lavori e non solo «Il problema più grande di questa città». Le quattro persone, in precedenza disoccupate, sono state individuate dalla Caritas attraverso i Centri d’ascolto, percepiranno 500 euro al mese e avranno la possibilità di prorogare il loro impegno per altri tre mesi se il loro lavoro sarà svolto con profitto. Questa iniziativa rientra nel più ampio progetto chiamato «Occupiamoci!», grazie al quale l’associazione «Insieme per la Famiglia», onlus nata in seno alla Caritas diocesana, sta aiutando le persone a rimettersi in gioco nel mondo del lavoro dopo un lungo periodo di inattività. Il progetto è reso possibile dai fondi Cei derivanti dall’8 x mille e si avvale delle possibilità di inserimento lavorativo proposte dalla Regione Toscana. Nei primi sei mesi del 2015 «Occupiamoci!» ha permesso l’attivazione di dieci percorsi retribuiti mediante voucher in aziende del territorio, oltre alle quattro borse lavoro al tribunale già citate. «Sebbene siano numeri piccoli – commentano alla Caritas – si tratta comunque di un segno importante attraverso il quale è possibile restituire un po’ di speranza a quelle persone che si trovano in bilico e che rischiano di cadere in situazioni di disagio vero e proprio. Il nostro – aggiungono i responsabili del progetto – è un tentativo di rimettere in circolo competenze che, con prolungati periodi di inattività, rischiano di perdersi». Quest’ultimo aspetto è confermato dal fatto che rispetto agli anni passati ai colloqui per la richiesta di un impiego si sono presentate persone con titoli di studio – la maggior parte ha il diploma di scuola superiore – e con esperienze lavorative solide alle spalle. «Un buon numero di persone ci ha detto di avere una qualifica di assistenza di base; – sottolineano ancora i responsabili di “Occupiamoci!” – qualcuno è un operatore socio sanitario e poi ci sono camerieri, commesse, educatori, imbianchini, muratori, magazzinieri e naturalmente operai tessili». Tutte persone che cercano di essere ricollocate. Ma i piccoli semi piantati, ovvero gli impieghi, anche se inizialmente temporanei, hanno dato anche alcuni frutti: sempre quest’anno quattro donne sono state assunte dalle aziende dove hanno compiuto il tirocinio nel 2014. Difficilmente, purtroppo, questo potrà capitare per i tirocinanti del tribunale, che da Roma non sta ricevendo risposte né tantomeno fondi. E allora da qui la necessità di fare ricorso a progetti di lavoro come quello della Caritas o a volontari: il presidente Pisano fa sapere che l’archivio – ad esempio – sta andando avanti grazie all’impegno quotidiano e gratuito di 6 pensionati. E a settembre dovrebbero arrivare altri 6 ex sottufficiali in congedo più, probabilmente, altri due tirocinanti del progetto di Insieme per la Famiglia Onlus.

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