A seguito della notizia della perquisizione delle sedi della Banca Popolare di Vicenza e dell’iscrizione nel registro degli indagati del presidente Gianni Zonin e dell’ex direttore generale Samuele Sorato (leggi l’articolo), i sindacati dei bancari dell’istituto vicentino prendono nuovamente posizione sul momento delicato dell’azienda.
«Da tempo – si legge in una nota dell’organo di coordinamento che raccoglie le sigle FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL e UNISIN – abbiamo denunciato con volantini, comunicati, lettere alla Direzione e agli organi di Sorveglianza, prassi gestionali e commerciali non conformi alle norme. Nostro timore è che in tutta questa vicenda i dipendenti siano gli unici a pagare per gli errori di un CdA a dir poco “distratto” e di un management che pare avere agito in modo “dissennato”»
Secondo i sindacati, che confidano nell’azione della magistratura, “i disastri che alcuni top-manager e i vertici della Banca hanno perpetrato negli ultimi anni a danno del tessuto sociale di molte regioni e di interi territori non possono rimanere impuniti”.
La garanzia ricevuta in merito all’aumento di Capitale annunciato dal nuovo Direttore Generale, secondo i lavoratori di BpVi è una “concreta rassicurazione sulla solidità patrimoniale dell’Istituto. Rimaniamo però ancora in attesa di conoscere il nuovo Piano Industriale per poter valutare compiutamente le ricadute dal punto di vista occupazionale”.
Stai a vedere che gli tocca vendere i quadri anche a loro…
Rendeteci i quadri, son nostri!Vergognatevi siete venuti a Prato ed oltre a privarci di cose comprate dai pratesi per Prato, ci avete messo in mutande!