14 Settembre 2015

BpVi, Zonin scrive ai soci: “Non gettate la spugna per sfiducia, sconforto o impazienza: la Banca è solida”


Nessuna autocritica, i bilanci in rosso e la svalutazione delle quote sociali spiegati con la necessità di adeguarsi all’evoluzione della normativa di riferimento, e infine l’appello ai soci a non gettare la spugna. Sono i tratti salienti della lunga lettera che Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza ha scritto ai 120 mila soci dell’istituto di credito. La missiva, datata 1 settembre 2015, sta arrivando in questi giorni anche agli azionisti pratesi, che sabato scorso sono scesi in piazza, nel sit-in organizzato dal MoVimento 5 Stelle.
Nella missiva, Zonin inserisce le ultime vicende della Banca (svalutazione delle azioni del 23% – da 62,5 a 48 euro – semestrale 2015 chiusa con un rosso di oltre un miliardo di euro), nel quadro dei cambiamenti che stanno interessando le Banche Popolari: la trasformazione obbligatoria in società per azioni, per effetto del decreto del Governo e “l’evoluzione della normativa di riferimento, che deve tenere conto di regolamenti a valenza europea, non sempre coerenti con le specificità dei singoli Paesi membri e dei sistemi bancari nazionali”.
A quest’ultima causa, Zonin attribuisce ad esempio la “sostanziale eliminazione del Fondo acquisto azioni proprie”, che ammontava a 240 milioni e consentiva alla Banca di “intervenire nei momenti di massime vendite da parte dei soci e di fungere da vaso comunicante con le richieste di riacquisto da parte dei nuovi soci”.
In molti avevano chiesto di vendere le proprie azioni alcuni mesi prima della svalutazione delle quote e non hanno ricevuto risposta; soltanto adesso la risposta arriva ed è di “operazione ineseguita”, attribuita da Zonin “all’attuale irrisoria consistenza del Fondo, ora fissata dalle nuove norme”.
“Quel che in questa fase angustia il Consiglio di Amministrazione – aggiunge il presidente della BpVi – è il fatto di non disporre di un sistema valido e subito disponibile per favorire la liquidabilità delle azioni ai nostri Soci”.

Anche i bilanci in rosso vengono attribuiti alle nuove normative, quali la “dotazione minima di capitale e di liquidità richieste a una banca per fare credito – entrambi aumentati in modo considerevole – e le politiche di accantonamento e di determinazione e valutazione delle garanzie ricevute dai clienti”. Il numero uno di BpVi assicura comunque che l’istituto è solido e che “gli accantonamenti oggi prudenzialmente effettuati non sono perdite, e anzi in un prossimo futuro potrebbero trasformarsi in plusvalenze”.

A preoccupare i soci, però è il valore delle azioni che a questo punto sarà fissato dal mercato. I prossimi passi saranno la trasformazione in società per azioni, la quotazione in borsa e l’aumento di capitale da 1,5 miliardi. Mosse che il cda – chiamato domani ad approvare il nuovo piano industriale – ha affidato a nuovi manager, a partire da Francesco Iorio. Una riorganizzazione quella dei dirigenti di vertice, pure questa motivato da Zonin con l’impatto dei due fattori di cambiamento (trasformazione in spa e nuove norme bancarie europee).

Nei passaggi finali della lettera, Zonin chiede fiducia ai soci della Banca: “Ci siamo convinti che – in vista della nostra imminente trasformazione in società per azioni e al tavolo di eventuali trattative con altre società quotate per possibili fusioni o aggregazioni – la quotazione in borsa del titolo Banca Popolare di Vicenza sia la strada più corretta e conveniente da percorrere anche per meglio soddisfare le esigenze dei Soci.
Il mio augurio è che i Soci accompagnino con fiducia la loro Banca nel processo di trasformazione che le nuove normative europee richiedono, ed abbiano la pazienza di attendere, con i tempi migliori di una ripresa economica che auspichiamo non lontana, la ripresa del valore delle nostre azioni. Sarebbe un errore se i nostri 120.000 Soci gettassero la spugna per sfiducia, sconforto, o impazienza”.

Leggi il testo integrale della lettera scritta da Gianni Zonin.

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