1 Ottobre 2015

Da Prato a Rondine per diventare costruttori di pace: due allievi del Copernico a scuola di tolleranza nella realtà di Vaccari


Si chiamano Benedetta e Roberto e sono i due aspiranti costruttori di Pace di Prato. Da settembre scorso trascorrono le loro giornate a Rondine, l’oasi alle porte di Arezzo dove si impara a convivere nella diversità e dove lo studio delle discipline è incentrato sulla risoluzione dei conflitti.

I due studenti – lei italiana, lui cinese – fanno parte dei 27 ragazzi, provenienti da tutti Italia, che frequenteranno il quarto anno liceale d’eccellenza tra le mura della Cittadella della Pace, fondata nel 1997 dal professor Franco Vaccari. Fianco a fianco con gli altri adolescenti ospitati, nati in zone assediate dalla guerra.

“E’ un posto veramente accogliente, ci siamo sentiti subito a casa – spiega Benedetta Scrima -. Lo staff ci ha inserito perfettamente. E’ un luogo dove ognuno di noi può esprimere liberamente la propria identità, sempre nel rispetto del gruppo”.

Grazie al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato – che ha finanziato le loro borse di studio -, Benedetta e Roberto lavoreranno, in particolare, sul ‘caso’ Prato, sviluppando il tema dell’integrazione e del dialogo fra la comunità italiana e quella orientale.

“Non un’integrazione forzata – ribadisce Roberto Jiang – ma una forma di incontro reciproco, di scambio alla pari. Secondo noi è possibile e auspicabile per la nostra città. Faremo del nostro meglio”.

E di tutto questo si è parlato stamani all’istituto Copernico, la scuola dei due allievi eccellenti: in occasione della terza Giornata Europea delle Fondazioni, lo staff di Rondine ha portato il proprio messaggio di tolleranza alle tante classi che hanno affollato l’auditorium. Perché non è mai troppo tardi per diventare ambasciatori di speranza, all’estero come in Italia.

“E’ importante mantenere i contatti e gli scambi tra questi ragazzi e la scuola di provenienza – ricorda il presidente della Cittadella, Franco Vaccari -. Questo ci permette di essere più efficaci nel trasmettere il nostro messaggio e anche oggi siamo qui per ribadire quanto di buono può essere fatto”.

Formazione giovanile come investimento per il futuro del territorio. Un futuro, nel distretto, più consapevole e capace di guardare all’altro con meno diffidenza.

“Siamo convinti che per parlare di pace, per costruire un clima di tolleranza si debba partire dalle nuove generazioni”, conclude la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato Fabia Romagnoli.

Giulia Ghizzani

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