24 Novembre 2015

Prostituzione cinese in centro, 38 indagati: tra gli italiani coinvolti un pubblico ufficiale per corruzione. Il procuratore Nicolosi: “C’è un’area paludosa” FOTO e VIDEO


Il nome dell’operazione “Piazza pulita” la dice lunga sulla volontà di sradicare il noto fenomeno della prostituzione cinese in piazza Mercatale e in centro storico. 38 gli indagati nell’ambito dell’inchiesta della guardia di finanza, di cui 37 per favoreggiamento o sfruttamento della prostituzione. Coinvolto anche un pubblico ufficiale, per il quale si ipotizza il reato di corruzione. Nei suoi confronti non sono scattate sospensioni dal servizio o altre misure cautelari; a suo carico ci sarebbero soprattutto intercettazioni telefoniche.

Otto gli appartamenti sequestrati, all’interno dei quali si consumavano i rapporti sessuali, in via San’Antonio, piazza Mercatale, via del Carmine, via Silvestri e via Bologna. Altre dieci abitazioni potrebbero essere sigillate per lo stesso motivo. Secondo quanto accertato dalle indagini, i proprietari degli immobili, italiani, erano a conoscenza del giro di prostituzione e affittavano i locali a dei prestanome. Per questo dovranno rispondere di favoreggiamento della prostituzione assieme ad altri italiani – in tutto 16 persone – che con altre modalità hanno agevolato l’attività. Le prostitute identificate sono 33, tutte cinesi e quasi tutte irregolari in Italia: venivano reclutate e controllate da alcuni connazionali – in particolare tre uomini che osservavano a distanza gli adescamenti in piazza Mercatale, piazza del Mercato Nuovo e piazza Stazione – ma anche da altre donne che affiancavano l’attività di prostituzione a quella di maitresse.
Uno degli indagati è il titolare italiano di un’agenzia di money transfer che dovrà rispondere anche del reato di riciclaggio, visto che consentiva ad alcune prostitute di trasferire somme di denaro all’estero oltre i limiti previsti tramite documenti di identità falsi.

L’indagine, avviata a marzo 2015 su delega dei sostituti procuratori Sangermano e Canovai, ha portato a 60 decreti di perquisizione, preceduti da intercettazioni telefoniche, osservazioni, e clienti sentiti a sommarie informazioni. L’operazione si è allargata anche ad altre province toscane e italiane, come Bergamo, Monza, Rovigo, La Spezia, Roma e Palermo, dove abitano alcuni degli indagati. In alcuni casi le prostitute si spostavano fra i vari appartamenti, anche in città diverse come a Rovigo e Bergamo. Sono stati perquisiti anche sei centri massaggio, di cui 4 a Prato, sospettati di aver “coperto” attività di prostituzione.


Amaro il commento del procuratore capo Giuseppe Nicolosi, che si è espresso così sul coinvolgimento di un pubblico ufficiale: “Ci dispiace constatare una simbiosi, uno scambio, un’area paludosa che ci troviamo davanti tutte le volte che indaghiamo su determinati fenomeni. È bene sottolineare che questa zona grigia di possibili scambi, coperture e favoritismi non trova alcuno sconto nelle nostre indagini e in ogni caso vogliamo approfondire le vicende fino in fondo. Questa palude è quanto di più pericoloso possa esserci”.

“Voglio ringraziare la Procura della Repubblica e gli agenti della Guardia di Finanza che oggi hanno segnato un risultato importante sul fronte della lotta allo sfruttamento della prostituzione”: il sindaco Matteo Biffoni si è congratulato personalmente con il comandante della GdF Amedeo Farruggio e con i procuratori Antonio Sangermano e Laura Canovai per l’inchiesta “Piazza pulita”. “Questa è una risposta forte contro lo sfruttamento della prostituzione, possibile solo grazie al lavoro costante delle forze dell’ordine coordinate dalla Prefettura e in collaborazione con la Procura della Repubblica. A tutti vanno i ringraziamenti miei personali e dell’Amministrazione comunale” ha concluso Biffoni.

Dario Zona

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