16 Dicembre 2015

Le terzine dantesche per salvare dal degrado l’Abbazia di San Giusto al Pinone


Una maratona di lettura della Divina Commedia per salvare dall’oblio l’antica Abbazia di San Giusto al Pinone a Carmignano. E’ solo la prima delle iniziative pensate da cittadini e amministratori di Carmignano per accendere i riflettori sul pietoso stato di degrado nel quale versa questo gioiello architettonico del XII secolo e raccogliere i fondi necessari alla sua messa in sicurezza.

L’appuntamento è per tutti domenica 27 dicembre, a partire dalle 14,30 e fino alle 19, con L’amor che move il sole e l’altre stelle, una staffetta di letture dantesche nella suggestiva abbazia cistercense alle pendici del Montalbano che impegnerà cento volontari. Dalle tre porte della chiesa tre diversi lettori declameranno ciascuno uno dei canti di Inferno, Purgatorio e Paradiso. Già tante le adesioni ricevute ma mancano ancora volontari per completare l’impresa che è stata lanciata questa mattina dall’assessore alla cultura di Carmignano Fabrizio Buricchi insieme ad Azzurra Del Lucchese, una delle promotrici della nascente associazione “Amici di San Giusto”.
“”Finora abbiamo denunciato senza successo lo stato di abbandono in cui versa l’Abbazia per mancanza di attenzione da parte dello Stato che ne ha la titolarità – sottolinea Buricchi – Da oggi iniziamo a promuovere una serie di appuntamenti concreti per far conoscere la sua storia, valorizzare l’edificio e raccogliere i circa 25/30mila euro utili al consolidamento delle pareti esterne e la copertura del tetto”.”
L’appuntamento di domenica è anche il primo passo per il lancio dell’associazione “Amici di San Giusto” che si concretizzerà in gennaio e che darà vita a ulteriori iniziative per tenere alta l’attenzione sull’Abbazia e raccogliere i finanziamenti necessari per il suo recupero. Anche il FAI è stato coinvolto è ha già dato conferma che San Giusto sarà un “luogo del cuore FAI” nel 2016.
Le letture della Divina Commedia saranno precedute da una breve conferenza su Dante a cura di Adriano Bolognesi.
“”Serve urgentemente che i riflettori siano di nuovo puntati sull’Abbazia ed è per per questo che invitiamo tutti a partecipare a questa iniziativa di conoscenza e condivisione del nostro patrimonio -– conclude Del Lucchese –- Per partecipare alla lettura basta iscriversi all’indirizzo aiutasangiusto@gmail.com, seguire la nostra pagina facebook o chiamare il 346 0407172. Vi aspettiamo numerosi””.
Considerata “terra di nessuno” per una serie di fraintendimenti l’Abbazia in realtà è di proprietà dello Stato sicuramente dal 1893, anno in cui fu tolta alla famiglia Cinotti che l’aveva talmente trascurata da usarla come stalla. Ma per tutti i carmignanesi era convinzione comune che l’Abbazia appartenesse a privati da almeno due secoli, dopo i Cinotti infatti i Contini Bonaccossi comprarono una tenuta enorme e si occuparono anche di San Giusto restituendole inizialmente dignità di luogo di culto. La convinzione si rafforza ulteriormente quando il Conte diventa il podestà di Carmignano, ma la realtà racconta invece un’altra storia. L’atto di acquisto dei Contini Bonaccossi contiene infatti molte pagine di protocollo piene di particelle catastali ma nessuna riporta la numero 57 foglio 39, cioè quella relativa all’Abbazia. Sempre dai documenti risulta anche che è il Comune a doversi occupare dell’apertura e chiusura della chiesa per motivi di studio o turistici.
Da quando la storia è stata ricostruita correttamente grazie all’intervento di Fabrizio Buricchi, le chiavi sono tornate in mano statale ma la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per Firenze Prato e Pistoia non si è finora interessata con le giuste modalità all’Abbazia, gli inghippi burocratici stanno prendendo il sopravvento e l’Abbazia sta morendo. Le vele del XIV secolo del transetto stanno crollando, le bellissime absidi si stanno sgretolando, manca il tetto del campanile risalente all’anno Mille e piove dalle mura del transetto costruito con le pietre del vicino sito etrusco di Pietramarina.

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