Misericordia e Dolce, guarda le foto storiche: il parco sorgerà nell’area del vecchio podere dello Spedale FOTO


Il Parco centrale di Prato misurerà tre ettari e occuperà buona parte dell’antico podere dello Spedale, la cui esistenza è testimoniata in documenti dell’Archivio di Stato fin dal Cinquecento. Un terreno su cui negli anni Sessanta è stata costruita la parte nuova dell’ospedale Misericordia e Dolce, la cui mole – 160 mila metri cubi di volume entro le mura – verrà demolita entro l’estate 2018.
Nelle foto storiche della gallery si può ammirare la veduta dell’area dall’alto prima della costruzione del nuovo blocco del Misericordia e Dolce, alcuni scatti del cantiere di costruzione dell’opera e l’inaugurazione, che mostra una sistemazione dei vialetti di accesso e perfino la cartellonistica rimasta immutata fin negli anni Duemila. Di seguito, una nota storica sulla costruzione del nuovo blocco del Misericordia e Dolce e dell’ospedale a Galciana. Il testo è tratto dalla relazione tecnica del Comune di Prato redatta per il concorso di progettazione del parco centrale.

 
Lo Spedale della Misericordia e del Dolce, storia del nuovo ospedale mai terminato al Soccorso nel 1930 e il grande ampliamento dell’antico ospedale dentro le mura cittadine degli anni ’60 e ’70

Negli anni Trenta del secolo scorso, la città sente la necessità di realizzare un nuovo ospedale, viene individuata un’area nei pressi del Soccorso, in prossimità dell’originario tracciato dell’autostrada Firenze-Mare. Nel giugno del 1939 fu iniziata la costruzione, che durò per qualche anno, finché i lavori furono interrotti dalla mancanza di fondi e mai terminati in funzione di un nuovo ospedale.
Nel 1944 l’ospedale di Prato registrava poco meno di 250 posti letto, pari a 1,7 letti per ogni mille abitanti, negli anni ’60, circa venti anni dopo, i posti letto erano 550, pari a 3,3 letti ogni mille abitanti. Pur avendo aumentato la capacità di accoglienza l’ospedale era ancora lontano dal rispetto della norma che prescriveva 7 posti letto ogni mille abitanti. Pur avendo raddoppiato la sua capacità nell’arco di venti anni, l’ospedale di Prato non riusciva a rispettare gli standard nazionali a causa della crescita repentina della popolazione che vede, nello stesso periodo, un aumento della popolazione del mandamento di 70.000 abitanti. Nei primi anni ‘50 tornò a farsi sentire la necessità di riprendere la costruzione di un nuovo ospedale, ma appariva poco praticabile la prosecuzione dei lavori al Soccorso, in quanto nei terreni posti intorno al primo blocco erano stati costruiti capannoni per le aziende che avevano alimentato l’economia di guerra. Di conseguenza furono venduti i terreni del Soccorso e i proventi furono impiegati nella realizzazione di un ampliamento considerevole dell’ospedale esistente, all’interno delle mura e sui terreni rimasti inedificati ed adibiti a orti. La realizzazione dell’ampliamento dell’ospedale abbracciò un discreto arco temporale; tra la prima richiesta di approvazione al Ministero che risale al 1955 e l’inaugurazione dell’ultimo lotto, risalente al 1973 passano diciotto anni. Tra il 1959 e il 1965 arrivarono le autorizzazioni necessarie e parte dei finanziamenti.

I problemi da risolvere, dal punto di vista urbanistico ed edilizio non furono semplici: era necessario creare un’apertura nelle mura in direzione sud, per realizzare un’entrata in grado di far passare ambulanze e realizzare un collegamento con gli edifici storici, che fosse funzionale e che non arrecasse danno agli stessi. Nel frattempo le leggi si modificavano ed aumentava lo spazio necessario per ogni posto letto, oltre al fatto che la popolazione di Prato era in costante aumento: dopo aver superato i 100 mila abitanti all’inizio degli anni Sessanta, si avviava a superare i 150 mila a metà del decennio successivo, man mano che i locali prendevano forma aumentava il bacino dell’utenza. Le autorità ministeriali divisero l’iniziale progetto in tre stralci, allo scopo di seguire meglio l’evoluzione dei lavori. Gli edifici dell’ospedale giunsero alla fine della costruzione in parte già superati, la qual cosa rese necessari continui lavori di adeguamento che proseguirono almeno fino alla prima metà degli anni Ottanta.

Alla fine degli anni Settanta fu varata la riforma sanitaria con la creazione delle Usl: inizia per l’ospedale di Prato un’altra storia, fatta di interventi, modifiche, ristrutturazioni che si spingono fino agli ultimi anni di gestione, quando già si stava realizzando il nuovo ospedale a Galciana.

L’ospedale dentro le mura e il nuovo ospedale a Galciana

Nel 1978 in virtù della legge n. 833 del 1978 viene attuato il trasferimento dei beni appartenenti agli enti ospedalieri al patrimonio del Comune, con vincolo di destinazione alle unità sanitarie locali in quel periodo istituite, che gestiranno i beni ed eserciteranno tutte le funzioni relative ai servizi di assistenza sanitaria.
La regione Toscana conseguentemente con la LR 68/1980, fissa i criteri per l’individuazione dei beni oggetto di trasferimento e con il DPGR n. 8186/1981 delibera il trasferimento al Comune di Prato di tutti i beni appartenenti al disciolto Ente ospedaliero Misericordia e Dolce. Successivamente la legge n. 421/1992, stabilisce i principi organizzativi delle unità sanitarie locali conferendo alle stesse personalità giuridica; conseguentemente il DL n. 517/1993 consente il trasferimento al patrimonio delle unità sanitarie locali dei beni che facevano parte dei patrimoni comunali. Con DPGR n. 148 del 1997 il complesso dell’Ospedale Misericordia e Dolce viene trasferito all’azienda USL n. 4 di Prato.
Nei primi anni 2000 il consiglio regionale vara il piano sanitario regionale 2002-2004 che comprende, tra le altre cose, la realizzazione di quattro nuovi ospedali nelle città di Lucca, Pistoia, Prato e nella zona Apuana.
Nel 2005 viene sottoscritto l’accordo di programma per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero di Prato. Al di là delle pattuizioni contenute nell’accordo, il comune di Prato tiene fermo un punto sostanziale, che la costruzione del nuovo ospedale a Galciana dovrà garantire l’immissione al patrimonio del comune di una porzione considerevole dell’area del vecchio ospedale dentro le mura.
Una volta che il nuovo ospedale entra in esercizio nel settembre del 2013 viene definita la strategia per il riuso dell’area del vecchio ospedale. Nel 2014 viene sottoscritto un nuovo accordo di programma, specificamente rivolto alla riqualificazione urbana dell’area mediante la realizzazione di un parco pubblico. L’accordo consente l’avvio della variante urbanistica per inserire nell’area la funzione del parco urbano e l’equilibrio fra le parti degli impegni finanziari sostenuti a copertura dei costi di realizzazione del nuovo ospedale.
Il concorso di progettazione del nuovo parco dell’ospedale interrompe la storia dell’ospedale, che continua in altro luogo e dà inizio ad un nuovo corso per il futuro dell’area ex MeD.

 

 

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