2 Dicembre 2015

Smantellato clan specializzato in frodi ai bancomat: il sistema ideato da un artigiano del pratese


Con una tecnica chiamata ‘Cash trapping’, riuscivano in una notte a ‘prelevare’ da più bancomat fino a 100mila euro, mettendo a segno numerosi colpi tra Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Toscana e Lazio che, in totale, hanno fruttato alcuni milioni.

La Polizia postale di Bologna ha sgominato un’organizzazione criminale con base in Romania, ma operativa in Italia, che sottraeva grosse somme di denaro dagli sportelli automatici degli istituti di credito. Nove persone (otto romeni e un italiano di origini pistoiesi) sono state arrestate tra Bologna, Forlì, Prato, Roma e Taranto. Tre sono state raggiunte da un mandato di cattura europeo; altre 47 sono state denunciate. Sono 18 le perquisizioni a carico di alcuni componenti della banda su tutto il territorio nazionale. Al vertice del gruppo c’erano quattro romeni e un italiano originario di Ravenna ma residente nel Ferrarese, che sono stati denunciati.

Con una sola carta bancomat, ai cui lati erano stati praticati due forellini, i componenti della banda facevano un regolare prelievo, dopo il quale inserivano una piccola lastra di metallo (chiamata in gergo ‘forchetta’, realizzata da un artigiano del pratese) nella bocchetta erogatrice dello sportello automatico prima del prelievo fraudolento. Nei due forellini sulla carta applicavano dei piccoli chiodi che ne impedivano il totale inserimento. A quel punto, il sistema rilevava un’anomalia e abortiva l’operazione, pur avendo già predisposto l’erogazione del denaro richiesto che, nel frattempo, veniva catturato dalla ‘forchetta’. L’operazione veniva quindi annullata, ma i soldi venivano comunque sfilati.

L’inchiesta, coordinata dal Pm di Bologna Antonella Scandellari, è partita intorno alla metà del 2014 in seguito agli esposti presentati in Procura dal Gruppo bancario Unicredit e da Banca popolare per l’Emilia-Romagna, e vede indagate 56 persone, quasi la metà italiani. Le accuse sono, tra le altre, di associazione per delinquere, frode informatica e indebito utilizzo di carte di credito, tutte aggravate dal carattere ‘transnazionale’. Di volta in volta, con un sistema di alert, i gruppi bancari coinvolti e Poste italiane inviavano in tempo reale alla Polizia le anomalie tecniche registrate dai bancomat.

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