26 Gennaio 2016

La Varvarito ottiene la proroga a San Giorgio a Colonica: “40 dipendenti potranno uscire dalla cassa integrazione”


La Varvarito potrà ricominciare a lavorare nella sede provvisoria di San Giorgio a Colonica: la conferenza dei servizi, tenutasi oggi in Provincia, ha dato il via libera alla proroga dell’autorizzazione che era scaduta il 30 novembre scorso. Da allora l’azienda ha potuto smaltire soltanto il materiale presente nell’area senza acquisire nuove commesse: per questo 40 dipendenti sui circa 115 complessivi sono in cassa integrazione.
La proroga all’autorizzazione provvisoria per la Varvarito, che sarà sottoscritta dai vari enti che hanno partecipato alla conferenza dei servizi e sarà rilasciata nei prossimi giorni, resterà in vigore fino a quando non diverrà operativo il nuovo sito per la frantumazione di inerti individuato dal Comune a Casale. Una localizzazione, contrastata dai Comitati, che è stata approvata nei giorni scorsi a maggioranza dal consiglio comunale con le varianti al piano strutturale e al regolamento urbanistico. Adesso l’amministrazione realizzerà un bando pubblico aperto a tutte le aziende che si occupano di questo settore, ad oggi prive di una destinazione d’uso adatta.
In attesa di partecipare al bando, la Varvarito potrà presto ricominciare ad operare a San Giorgio a Colonica. Soddisfatto Franco Varvarito: “Ringraziamo le istituzioni che si sono adoperate per rimettere un’azienda a lavoro. Adesso potremo dare continuità e i dipendenti che erano in cassa integrazione potranno ricominciare a lavorare”.

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Alex-G
Alex-G
8 anni fa

Approposito della posizione dei comitati (la riferisco poichè la conosco ma ovviamente ben vengano ulteriori precisazioni) per testimoniare che NON è vero che sono sempre per il NO a tutto, tesi spesso propugnata da chi detiene il potere ma che è spesso falsa :

L’ area individuata dal Comune è molto prossima a zone urbanizzate, i cui abitanti sono già sottoposti alle emissioni di altre fonti (traffico veicolare della declassata e dell’ autostrada, emissioni dell’ inceneritore GIDA, ecc.) inoltre è sede di attività agricola che ovviamente sarà soppressa.

A fronte di queste problematiche i comitati che rappresentano una parte numerosa della popolazione locale, chiedevano semplicemente lo spostamento in area più idonea, più lontana dalle abitazioni e con meno pregio agricolo/ambientale, per esempio aree prossime ai macrolotti, certamente pià sostenibili.

L’ amministrazione e la maggioranza in Consiglio si sono fermamente OPPOSTE a questa semplice proposta adducendo le più svariate e fantasiose giustificazioni, senza alcuna dimostrazione, ascoltate durante lo svolgimento dell’ ultimo consiglio comunale:
http://odg.comune.prato.it/odgbinj/seduta/proposte/htm/20160121151500.htm

quali ad esempio: gli enti di controllo ASL e ARPAT hanno detto che non ci sono rischi, la frantumazione di inerti non genera alcuna sostanza inquinante, anche i lavoratori dei macrolotti hanno la necessità di poter lavorare stando al sicuro…. ecc.

Tutte argomentazioni che fanno a pugni tra loro in quanto:

-La frantumazione/lavorazione di inerti produce particolato fine ed ultrafine che è universalmente riconosciuto estremamente dannoso per la salute.

– dato che ci sarà una richiesta di Valutazine Impatto Ambientale (VIA) vuol dire che NON è vero che non ci sono rischi

– IL fatto che ci si preoccupi per la salute dei lavoratori delle aree industriali ugualmente fa capire che i rischi ci sono.

Evidentemente questi rischi se li possono accollare tranquillamente le popolazioni delle aree residenziali.