Dopo due settimane di riapertura temporanea, disposta dal Tar in seguito all’istanza presentata dai titolari dell’esercizio, da questa mattina la saracinesca è di nuovo abbassata per il market di via Santa Margherita, che dovrebbe restare chiuso ancora per diversi mesi. L’ordinanza di chiusura per motivi di sicurezza e decoro pubblico firmata dal sindaco il 19 novembre scorso parlava infatti di un anno di sospensione. Il Tar sulla sola base di una istanza presentata dai titolari dell’esercizio, aveva invece disposto che l’attività potesse essere riaperta fino e non oltre il 2 gennaio 2016 in ragione, “dell’esistenza di tre bambini di tenera età che rischiano di rimane privi di mezzi di sostentamento per effetto di una immediata e prolungata chiusura dell’esercizio”.
Sulla questione dovrà comunque esprimersi nuovamente il Tar di Firenze. Il 20 gennaio è prevista l’udienza nel quale arriverà una nuova pronuncia del Tribunale Amministrativo. Tre le ipotesi: una sentenza immediata anche nel merito allo stato degli atti, positiva o negativa sulla legittimità dell’ordinanza del Comune.
Oppure un giudizio sulla richiesta di sospensiva: in quel caso, in attesa della sentenza di merito prevista dopo alcuni mesi, il Tar deciderebbe se tenere aperta o chiusa l’attività in base al “fumus”, ovvero al fondamento giuridico di base su cui verte il provvedimento del Comune, e in base al “periculum in mora”, ovvero il rischio che la chiusura provvisoria possa compromettere irrimediabilmente l’interesse privato e dunque l’attività dei commercianti.
Da parte sua, il Comune è convinto della legittimità del provvedimento. L’ordinanza era stata firmata dopo ripetuti e continui interventi da parte della Polizia municipale e delle altre forze dell’ordine che avevano accertato come il market fosse un punto di appoggio per gli spacciatori di droga. Lo scorso settembre erano stati arrestati all’interno del negozio tre nigeriani per detenzione al fine di spaccio di eroina e cocaina: durante l’operazione uno dei tre spacciatori aveva tentato anche di nascondere lo stupefacente nel bagno del locale.
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