26 Gennaio 2016

“Pistoia capitale? Me l’aspettavo”: Giuliano Gori spiega i perché di una vittoria a sorpresa. E Veronesi: “Per candidarsi, Prato si affranchi dai luoghi comuni”


E’ stata una sorpresa per tutti, ma non per lui. Giuliano Gori se l’aspettava e anzi commenta: “Finalmente è stata fatta giustizia ed è stato dato a Pistoia il ruolo naturale che merita”. Il collezionista e mecenate pratese che, nel 1970, scelse di investire a Pistoia creando il progetto della villa di Celle (“L’avevo proposto a Prato ma mi fu negato”, precisa) conosce bene la città e la sua offerta culturale e artistica.
“Sono stato a lungo vicepresidente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia”, sottolinea Gori, la cui famiglia è a Prato dal 1400. “In quegli anni – Ottanta e Novanta – avevamo molti contatti e visite da parte di funzionari del Ministero dei Beni Culturali che tenevano Pistoia sotto osservazione. Pistoia infatti già allora era giudicata una città che aveva una offerta ottima di beni culturali sia per qualità che per quantità anche in rapporto con la popolazione. Era una città che veniva presa ad esempio”.
Gori ricorda il “grande lavoro” fatto dalla Fondazione in quegli anni, “i tanti progetti portati avanti, le collaborazioni con altri musei; un lavoro che senz’altro ha contribuito a far sì che nel tempo Pistoia si sia costruita un turismo non di massa ma di qualità, e che oggi possa finalmente godere di questa nomina. La stessa Celle – aggiunge il collezionista – con le sue migliaia di visitatori ogni anno, di cui molti provenienti da scuole e università, posso dire che abbia dato un contributo”.
E Prato? “Prato non deve perdere colpi”, ammonisce il collezionista; “Quanto tempo per l’inaugurazione del nuovo Pecci! e il Metastasio che non è più lo Stabile della Toscana… rischiamo di perdere pezzi e, come in un mosaico, di perdere il disegno complessivo”.

Guarda oltre i confini comunali lo scrittore Sandro Veronesi: “Meglio vicini che lontani”, commenta rispetto alla nomina di Pistoia e ai “vantaggi” che anche Prato può trarne. “Più luci accese ci sono intorno meglio è”, spiega infatti veronesi; “Ormai bisogna pensare nell’ottica dell’area vasta e della piana: tante cose ci legano con Pistoia, non è il caso dunque di preoccuparsi che questa nomina possa toglierci visibilità, anzi”.
Su Prato candidata però lo scrittore è realista: “Ci sono criteri geopolitici che rendono difficile pensare a una nostra vittoria in tempi brevi; piuttosto, ora Prato deve affrancarsi dai luoghi comuni: cinesi , crisi… difficile convertire questo in un messaggio com’è quello da capitale italiana della cultura, di equilibrio e serenità”.

Lu. Pe.

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