3 Febbraio 2016

Emergenza sicurezza, “Il Tavolo al Ministero degli Interni non ha dato risultati”: parola di procuratore


Ordine pubblico che versa in una “situazione di estrema pericolosità”. Organici degli uffici giudiziari “scandalosamente insufficienti”. Tavolo sulla sicurezza presso il Ministero dell’Interno che ha dato “risultati pressochè irrilevanti se non nulli”.
Giudizi netti espressi da una figura quanto mai autorevole: il procuratore della Repubblica di Prato Giuseppe Nicolosi, nella sua relazione sull’amministrazione della giustizia per l’anno 2015, presentata nei giorni scorsi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

L’analisi dei reati
Il procuratore ha riportato l’andamento dei reati, le cui tipologie sono pressochè invariate rispetto agli anni precedenti, con alcune eccezioni: sono aumentati sensibilmente i casi di usura denunciati (34, in luogo dei 25 dell’anno precedente), i delitti contro la pubblica amministrazione (247 nuove iscrizioni, contro le 194 del 2014), e i reati di stalking (74, ovvero 21 in più rispetto all’anno precedente). Da segnalare anche l’aumento dei delitti contro la libertà sessuale (molestie, atti di libidine, pedofilia): 59 (nel 2014 erano 37) di cui 4 nei confronti di minori. I furti denunciati sono nel complesso 8088; quelli in abitazione hanno raggiunto quota 1719, quasi 5 al giorno. I reati per droga sono 278 e purtroppo lo scorso anno si sono verificati due casi mortali di overdose. Tra i reati economici, 3 le nuove iscrizioni per falso in bilancio, e ben 32 per bancarotta. “Tale numero, malgrado l’introduzione della nuova normativa ed il massiccio ricorso al concordato preventivo – sottolinea nella relazione il procuratore Nicolosi – è sintomo di una prassi tuttora imperante secondo cui imprenditori, commercianti, commercialisti e professionisti di vario genere vengano coinvolti in attività del tutto prive di quei criteri di trasparenza e legalità che dovrebbero distinguere l’attività produttiva”.
Il procuratore rimarca anche l’influenza delle 119 etnie nei delitti registrati a Prato. “Si rileva come le notizie di reato pervenute a questo Ufficio sempre più si riferiscano a contesti organizzati dalla multietnicità della popolazione pratese. Nell’anno 2014 su 9728 persone indagate ben 5477 erano di nazionalità straniera; per quanto riguarda il primo semestre 2015 su un totale di 6253 indagati ben 3806 sono di nazionalità straniera. A ciò si aggiunga che gli indagati oggetto di misure cautelari custodiali sono per la stragrande maggioranza di nazionalità straniera. Non solo, va anche segnalato lo sapecifico che molti indagabili e – la circostanza è preoccupante – molte parti lese appartengono al novero di cittadini extracomunitari irregolari sul territorio nazionale, in quanto tali di difficile se non impossibile reperibilità”.
Il procuratore individua nell’illegalità riferibile alla presenza del sub-distretto industriale del pronto moda di matrice cinese “l’aspetto più critico della giustizia nel circondario pratese” e cita i risultati del Progetto Lavoro Sicuro, con cui la Regione ha messo in campo a Prato 50 nuovi ispettori del lavoro per un piano straordinario triennale di controlli. In otto mesi di verifiche sono state controllate 1030 ditte individuali, tutte cinesi tranne una, quasi tutte operanti nel settore tessile. I 1030 accessi hanno prodotto ben 860 notizie di reato.

Racket sull’immigrazione clandestina e mafia cinese
Come evidenziato da alcune indagini, Nicolosi sottolinea inoltre che “l’ingresso in Italia di clandestini cinesi è spesso oggetto di intermediazione criminosa da parte di gruppi di connazionali collegati a referenti operanti e presenti a Prato, che traggono profitto proprio dalla gestione di un vero e proprio racket che si occupa del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di cittadini cinesi”.
Alle procedure di regolarizzazione con modalità truffaldine, concorrono anche tanti pratesi: “Il provvedimento di emersione di lavoratori extracomunitari – scrive il procuratore capo – ha rivelato un notevole coinvolgimento di cittadini italiani, taluni svolgenti attività professionali, negli illeciti comportamenti rivolti a favorire il loro ingresso e la permanenza abusiva, come inequivocabilmente risulta da complesse ed impegnative indagini in cui l’ufficio è tuttora impegnato”.
Quanto alla presenza di mafia cinese, Nicolosi afferma: “Non si può escludere, ma anzi taluni preoccupanti indici lo fanno ipotizzare, che nel circondario pratese operino cellule della criminalità organizzata cinese, astrattamente riconducibili alla fattispecie criminosa di cui all’art. 416 bis c.p., come tale di competenza della DDA”.

L’insostenibile carenza degli organici 
Come il suo predecessore Piero Tony, l’attuale procuratore capo ha denunciato con forza le gravi carenze di organico con cui devono fare i conti gli uffici giudiziari pratesi, sia per quanto riguarda il personale delle cancellerie, sia a causa dell’inadeguata ponderazione della pianta organica dei magistrati.
Il personale amministrativo, che avrebbe una pianta organica già estremamente sottodimensionata (soltanto 27 impiegati), si è drammaticamente ridotto: fra trasferimenti, pensionamenti e anche un decesso, sono presenti soltanto 17 dipendenti, di cui due part time. “Tutto ciò si riverbera negativamente sull’efficienza dell’Ufficio, rendendo insostenibile il peso degli adempienti ai quali sono preposti gli impiegati dell’amministrazione della giustizia”. Nicolosi segnala anche la “disparità di condizioni tra la Procura di Prato e gli altri circondari del distretto, atteso che pur presentando il contesto pratese specificità socio-criminologiche profondamente diverse da quelle dei circondari viciniori, questi ultimi godono di una media di 10-15 dipendenti in più rispetto alla Procura di Prato”.
Poi, nella sua relazione, Nicolosi richiama “l’estrema pericolosità in cui versa la situazione dell’ordine pubblico a Prato” e lancia due affondi rivolti al Ministero degli Interni e della Giustizia. “Data la drammaticità della situazione era stato istituito presso il Ministero dell’Interno un Tavolo interistituzionale sulla sicurezza derivato dal noto Tavolo per “Prato Sicura”, ma con risultati pressochè irrilevanti se non nulli, Tavolo Nazionale riconfermato ed attualmente in via di ridefinizione”.
E ancora: “Ancora una volta deve essere ripetuto che l’amminisrazione della giustizia nel circondario di Prato soffre della pressochè totale assenza di decisioni da part del Ministero della Giustizia che, nonostante le relazioni, le statistiche, le delegazioni di forze politiche e sociali, gli appelli e le segnalazioni degli organi istituzionali, non ha mai provveduto ad adeguare alle necessità gli organici degli impiegati addetti alla Procura, che sono scandalosamente insufficienti”.

Dario Zona

Subscribe
Notificami
guest
2 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Miryan
Miryan
8 anni fa

Ma un doveva pensare a tutto Biffoni che è pappa e ciccia con il compagno di merende Renzi?Credo che l’amicizia non porti a nulla,magari se si trattasse dell’ampliamento dell’aeroporto si era già mosso ma della nostra sicurezza non glie ne può importare di meno!!!!

bob
bob
8 anni fa

bene !
Prato è ufficialmente “terra di conquista”, da fuorilegge, sudditi da spennare con le tasse, e sicurezza della serie “spera in dio” !!
IL BRONX