Si aggrava la posizione di Roberto Brunetti, il poliziotto pratese accusato insieme alla moglie Maria Cristina Massaro di aver facilitato la concessione di permessi di soggiorno a cittadini cinesi in cambio di soldi, telefoni e altri regali. Ai domiciliari da un mese e mezzo, sabato scorso Brunetti è stato portato al carcere di Pisa: il gip ha infatti accolto la richiesta di aggravamento della misura cautelare avanzata dalla Procura. Inquinamento probatorio, la motivazione indicata nel provvedimento: Brunetti avrebbe tentato di manipolare e cancellare dei dati da remoto – soprattutto mail e messaggi what’s up – dal proprio cellulare sfruttando la tecnologia cloud, in una fase particolarmente delicata in cui il sostituto procuratore Canovai si avvia alla chiusura delle indagini. La Procura aveva chiesto la detenzione cautelare anche per Maria Cristina Massaro, ma il gip ha respinto la richiesta, mantenendo i domiciliari.
La coppia è accusata di corruzione aggravata e continuata. Secondo l’accusa Maria Cristina Massaro, vicedirigente dell’ufficio immigrazione, procurava permessi di soggiorno sulla base di documenti falsi, con l’aiuto del marito, ispettore della Digos. Quest’ultimo, nell’ultimo anno e mezzo di lavoro prima della sospensione, si era visto poco in servizio: entrava e usciva dalla malattia, ma in realtà – secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile – aveva preso a lavorare a nero in un’azienda pratese di trasporto valori. Per questo è indagato anche per falso ideologico continuato assieme al suo medico curante.
Oltre alla coppia devono rispondere di corruzione anche una consulente del lavoro italiana, 43 anni e un’imprenditrice cinese (61 anni), che operavano da intermerdiari presso la comunità cinese.
Allora c’è integrazione!
Grazie