Una caduta accidentale dalla mountain bike, una brutta ferita alla testa, due vertebre fratturate, e per un paio di giorni il rischio di rimanere paralizzato. È l’esperienza capitata l’estate scorsa ad un pratese, Stefano Mazzinghi Gori, che dopo 40 giorni fermo a letto e 99 giorni di convalescenza ha ripreso a lavorare e ha voluto ringraziare di persona tutti i soccorritori che lo hanno aiutato. Stefano aveva già incontrato le persone che avevano lanciato l’allarme al 118 e i medici dell’ospedale di Careggi; ieri è andato a trovare il pilota e la squadra di Pegaso 1 a Ponte a Niccheri, appena rientrata dall’intervento di soccorso del quattordicenne pratese ferito nell’incidente a Villa Fiorita.
Il ciclista ha donato una foto relativa all’intervento di Pegaso nel suo infortunio, e un semplice messaggio di ringraziamento rivolto al pilota Cagnacci, al tecnico Villano, al medico Sdraffa, all’infermiere Andreini e al soccorritore Rinaldelli. “Con riconoscenza” è scritto nel biglietto consegnato all’equipaggio di Pegaso.
“Nella vita bisogna sempre ricordarsi di chi ci ha fatto del bene – dice Stefano Mazzinghi Gori -. È stato un incontro emozionante e quasi più per loro che per me. Mi hanno detto che in tanti anni di servizio, sono la terza persona che è andata a ringraziarli. Abbiamo passato un po’ di tempo insieme ed è stato bello conoscere queste persone che dedicano il loro tempo e le loro conoscenze al soccorso in luoghi impervi. Sono riuscito a mettermi in contatto con loro grazie ad una delle tante coincidenze di questa storia: un amico che è un familiare di un operatore del 118. Con ieri sera ho chiuso il cerchio dei ringraziamenti”.
Un cerchio che ha ripercorso le varie fasi dei soccorsi di quell’incidente, avvenuto lo scorso 29 agosto a Badia a Taona – Torri, sulla Montagna Pistoiese. Stefano cadde dalla mountain bike lungo un sentiero boschivo. Era solo e per sua fortuna arrivarono alcuni ciclisti impegnati in una gara di mountain bike e degli appassionati di fuoristrada del gruppo Leopard 4×4 di Chiazzano. Ovvero il primo “giro” di ringraziamenti compiuto da Stefano, che è andato a trovare i primi soccorritori partecipando a una cena del consiglio dell’associazione: “Emiliano Meozzi si è prodigato per mezzora al telefono tenendo i collegamenti con la centrale del 118 e fornendo le giuste coordinate del luogo dell’incidente, fino all’arrivo dell’ambulanza da Pistoia e poi dell’elisoccorso Pegaso, atterrato in una delle poche radure senza alberi” – ricorda Stefano Mazzinghi Gori, che ha parole di riconoscenza anche per i medici di Careggi: “Ho trovato un’attenzione e una sensibilità unica” dice. Un ultimo pensiero è per don Luca Bongini, compianto parroco di Mezzana, scomparso un mese e mezzo prima dell’incidente occorso a Stefano Mazzinghi, che era suo amico e parrocchiano: “Mi piace pensare che mi abbia protetto da lassù”.
Dario Zona
Bella storia.
e bravo stefanino
Bravo Stefano, pochi si ricordano di chi ci aiuta in quei momenti.
Una storia che ci racconta i veri valori umani.
Pagare i soccorsi? Io farei sempre pagati i Soccorsi quando uno fa sport pericolosi, inve e pachiamo noi con le tasse.
ammirevole
La riconoscenza purtroppo è un valore che ai nostri giorni spesso viene dimenticata.
Venire a conoscenza di questa storia andata a buon fine nonostante le sofferenze fa onore al Sig. Stefano.