Alla fine è stato arrestato il diciottenne marocchino divenuto lo spauracchio di infermieri, medici e guardie giurate in servizio al pronto soccorso e al Giovannini. Il giovane, resosi responsabile di aggressioni, furti e ferimenti è stato oggetto di una misura cautelare emessa dalla Procura di Prato. La polizia lo ha trovato oggi pomeriggio in un negozio di parrucchiera in viale Vittorio Veneto, dove si era nuovamente reso protagonista di intemperanze. La Questura, prima del provvedimento della magistratura, aveva già provveduto a riservare un posto presso il Cie di Brindisi per il successivo rimpatrio del giovane, clandestino, in Marocco. Quando uscirà dal carcere sarà quella la sua destinazione. L’avventura pratese del giovane si è dunque conclusa a pochi metri da dove erano iniziate le sue gesta: il 24 marzo scorso aveva sfondato a calci la vetrina di un negozio in viale Vittorio Veneto rischiando di morire dissanguato per la ferita ad una gamba (nella foto). Poi, dimesso dall’ospedale, la sera dopo è stato tra coloro che sono scampati all’incendio dell’appartamento-tugurio di via Luti, occupato abusivamente. Da allora, il giovane aveva collezionato tre denunce per furto aggravato, quattro per resistenza a pubblico ufficiale, una denuncia per lesioni e una per interruzione di pubblico servizio. In particolare il diciottenne si presentava all’ospedale o alla guardia medica del Giovannini e pretendeva la somministrazione di alcuni farmaci non prescrivibili. Il giovane aveva ripetutamente aggredito vigilantes, in un caso anche con una spranga di ferro ferendo una guardia giurata.
Ma invece che in marocco, perché non lo spediscono su marte?
Forse che abbia fatto tutto ciò per essere rimpatriato?Ma poi siamo sicuri che dal Cie scappi di nuovo e c’è lo ritroviamo da qualche altra parte?
Finalmente!!!!
Credo che in questi casi si dovrebbe procedere ad una valutazione dello stato mentale: mi sembra eveidente che sia una persona con alcuni problemi comportamentali. Pertanto, doverbbe essere prima valutato, poi eventualemente rimpatriato. Comunque, non è tollerabile una situazione del genere: lasciare un reparto ospedaliero (operatori sanitari e pazienti) in balia di questi disagi.
Ma in Italia pene sicure? No, eh? Se rubo io una mela, mi aprono in due….
Forse a Brindisi ci arriva, ma più in giù credo di no. Speriamo mi sbagli.
Curato, assistito, valutato ??? ma di cosa stiamo parlando, mi sembra che ci sia già costato troppo questa “risorsa”.
A casa sua, lo cureranno loro. Voglio vedere se si comporta così nella sua benemerita patria cosa gli fanno… Solo da noi tutti fanno quello che vogliono, senza nemmeno aver paura, tanto qui tutto è permesso.
Ad Alessio tutti quelli che fanno dei reati hanno problemi conportamentali! e il rimpatrio ad esempio è una pena certa solo che non viene mai applicata e fra tre giorni ce lo ritroviamo tra i piedi un’altra volta
Peccato, era cosi’ simpatico!