1 Maggio 2016

“Diamoci una mano”, gli scout invadono il centro storico per dire no al degrado


Rivalutare e rivitalizzare il centro storico e le zone più critiche della città. Con questo spirito e con la voglia di fare qualcosa per migliorare Prato è nato “Diamoci una mano – no al degrado”, il progetto promosso dagli scout Agesci di Prato, che hanno così deciso di “invadere” alcuni punti caldi della città, come i giardini della Passerella e piazza dell’Università, animandoli con attività di vario genere.

L’iniziativa ha preso il via questo fine settimana in piazza dell’Università, dove i rover e le scolte pratesi (i giovani con il fazzolettone dai 16 ai 20 anni), hanno coinvolto i cittadini in alcune performance artistiche: grandi e piccini sono stati invitati a colorare una grande mano aperta disegnata su un telo poggiato nel piazzale del polo universitario pratese, simbolo di collaborazione e aiuto concreto tra le persone per cercare di rendere la città più bella e vivibile. Sono state inoltre appese alcune foto della Prato come era e della Prato di oggi così da mettere in luce come è cambiata la città nel corso degli anni.

L’iniziativa è nata infatti proprio con l’intento di non stare con le mani in mano ma di adoperarsi tutti insieme, in prima persona, per cercare di portare dei cambiamenti positivi, superare l’emergenza droga e degrado, piaghe che stanno ormai purtroppo prendendo il sopravvento, facendo qualcosa di concreto. “Non vogliamo e non dobbiamo rimanere indifferenti di fronte ai problemi della città, ma è necessario affrontarli, solo così potremmo riappropriarci di tutti quegli spazi che purtroppo ad oggi sono diventati luogo di spaccio di droga”, hanno commentato alcuni giovani scout.  Per tutti i fine settimana quindi gli scout proporranno attività di sport e giocoleria, performance artistiche, creative e musicali, e iniziative dedicate al riciclaggio e al rispetto della natura.

Proprio questa mattina, mentre i giovani scout stavano allestendo la piazza, hanno trovato un uomo privo di coscienza a causa, molto probabilmente, di un’overdose. Sinonimo questo della necessità di un presidio costante e continuo del territorio.

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