21 operai clandestini lavoravano a nero all’interno di un capannone industriale, sede di una delle più rinomate tintorie del distretto, che fa capo ad un 31enne imprenditore di origine cinese, che ha rilevato l’attività 5 anni fa. Si tratta della “Superlativa” situata lungo la declassata nei pressi dell’ex Pratilia. La scoperta è stata fatta ieri dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Prato. Ad attirare l’attenzione investigativa dei finanzieri sono state le preliminari attività di indagine e di ricerca informativa condotte in fase di preparazione di un accertamento fiscale. Ad aggravare la situazione, sotto gli occhi sempre più increduli dei militari, anche la presenza di ambienti destinati abusivamente a dormitori con contestuali ed ormai note precarie condizioni di carattere igienico-sanitarie. L’attività di controllo è stata quindi estesa, su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Prato Antonio Sangermano, nelle abitazioni dei titolari, dove è stata acquisita una copiosa documentazione contabile e fiscale utile a proseguire le indagini amministrative ma anche, a questo punto, di natura penale. I locali adibiti a dormitorio dei clandestini sono stati posti sotto sequestro. In tutto all’interno della fabbrica sono stati identificati 35 lavoratori, di cui 21, come detto irregolari. Le operazioni sono durate fino a tarda serata con l’identificazione di tutti i clandestini, avvenuta anche grazie alla collaborazione della Questura, con la quale sono state avviate le procedure di rito per i provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale, e del personale del Dipartimento della Prevenzione della ASL.
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