9 Giugno 2016

Furti a Prato e Montemurlo per la banda dei giostrai: tra i sei arrestati anche il basista della violenta rapina a un gioielliere


Era un campo di giostrai sotto il viadotto dell’Indiano, a Firenze, la base operativa del gruppo specializzato in furti e rapine sgominato questa mattina dalla squadra mobile. Gli agenti hanno eseguito sei custodie cautelari in carcere, una ai domiciliari e un obbligo di dimora. In manette sono finiti per lo più giostrai di etnia sinti. Quasi tutti risultano residenti nel campo, il luogo dove i colpi venivano pianificati e da cui i malviventi partivano quasi ogni sera per effettuare furti e sopralluoghi. Per gli investigatori sarebbero responsabili di almeno 12 colpi, messi a segno o tentati tra dicembre 2014 e maggio 2015 a Firenze, Prato, Montemurlo, Siena, San Giuliano Terme Navacchio, Corciano (Perugia), e Poggibonsi. Per parlare dei furti e delle rapine da mettere a segno di solito fingevano di parlare di calcio: “Hai trovato qualcuno per la partita…”, chiede uno dei malviventi. “Sì sì c’è il portiere”, gli risponde un altro, per dire che avevano trovato un uomo che facesse da palo per il colpo.

Le indagini sono partite dopo il furto messo a segno nella notte tra il 19 e il 20 dicembre 2014 all’interno della ‘Casa artigiana dell’orafo’, nei pressi di Ponte Vecchio a Firenze. I malviventi sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza della zona prima del furto, in occasione di sopralluoghi, e mentre scappano dopo averlo messo a segno. Uno di loro è stato immortalato mentre attraversa Ponte Vecchio con un sacco pieno di refurtiva, gioielli per 30 mila euro: “Sono passato sul Ponte Vecchio davanti a tutte le guardie giurate e i carabinieri – racconta poi ignaro di essere intercettato dalla polizia – facendo finta di essere handicappato con la borsa con tutta la roba dentro oro e soldi”. Uno degli arrestati avrebbe partecipato, come basista, alla rapina a un gioielliere di viale della Repubblica a Prato, avvenuta il 20 marzo 2015 a Prato. In quella circostanza furono arrestati in flagranza i tre rapinatori, tutti residenti a Prato, che avevano agito armati di pistola ed erano pronti a fuggire con una trentina di orologi di lusso, tra Cartier, Rolex e Tudor, 8mila euro in contanti, gioielli e pietre preziose, per un totale di oltre 100mila euro. I tra arrestati in quella circostanza erano Antonio Leto, pratese, cantante melodico conosciuto col nome d’arte di Tony Amato e in procinto di fare un concerto dopo la rapina, Davide Romano, di origini palermitane e Giampaolo Fiore anche lui pratese.

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