8 Giugno 2016

Usura bancaria e debiti insostenibili: casi in aumento. Ecco come difendersi


Boom di procedure esecutive e duemila immobili all’asta al Tribunale di Prato. 166 fallimenti dichiarati lo scorso anno. Sono alcuni dei segni della crisi, che vista dalla parte dei debitori fa registrare anche altri fenomeni in crescita: usura bancaria e anatocismo, ovvero il calcolo di interessi sugli interessi, vietato per legge, ma anche contestazioni in eccesso da parte di Equitalia. A Prato operano alcuni dei professionisti del Centro studi bancari e di impresa, un team di commercialisti e legali specializzati, che forniscono assistenza a imprenditori e consumatori alle prese con i debiti nei confronti di istituti di credito. Trecento i rapporti esaminati negli ultimi mesi a Prato con una trentina di casi in corso per usura bancaria. “Per prima cosa occorre disaggregare il debito con le banche e capire come si è formato nel corso degli anni, studiando conti corrente e contratti di finanziamento – spiega il commercialista Roberto Tempestini -. Ci sono banche che si comportano correttamente, ma in tanti casi notiamo anomalie nel computo degli interessi sui fidi: non vengono conteggiate spese e commissioni di varia natura, ma la legge parla chiaro e dice che queste voci vanno considerate nel conteggio del tasso di usura, da cui si devono escludere soltanto imposte e tasse. Ci sono casi in cui ripercorrendo la storia dei rapporti bancari, è l’imprenditore che deve avere indietro dalla banca decine di migliaia di euro e non viceversa”.
Da pochi mesi ha piena attuazione in Italia la legge anti-suicidi, varata nel 2012, che consente di dare una possibilità di ripartire e rifarsi una vita a chi ha contratto debiti che non è in grado di restituire. La procedura prevista è quella dell’esdebitazione. Vi possono accedere una sola volta nella vita, i soggetti non fallibili: piccoli imprenditori, agricoltori, enti non commerciali, consumatori e privati che dimostrano di non poter far fronte ai debiti per cause indipendenti dalle proprie volontà. Il caso di scuola può essere quello di una giovane coppia che ha contratto un mutuo e avuto dei figli, ma si ritrova ad aver perso il lavoro. A istruire la pratica e valutare trasparenza, meritevolezza e chiarezza, sono professionisti che ricostruiscono la vita del soggetto o della famiglia negli ultimi cinque anni e possono presentare istanza al giudice accompagnata da un piano di rientro secondo le possibilità. Il giudice – esperiti gli approfondimenti tramite altri professionisti riuniti nei cosiddetti organismi di composizione della crisi – può accogliere il piano e di fatto estinguere i debiti residui.A Prato il centro studi bancari e di impresa ha già presentato al Tribunale una decina di richieste di accesso alla procedura di esdebitazione e altre 40 saranno inviate nel prossimo mese.
Tra i vuoti normativi riscontrati dai professionisti che si prendono carico di questi casi, c’è la mancata sospensione delle azioni esecutive all’atto della presentazione della domanda di accesso all’esdebitazione. “Per il concordato in bianco la legge fallimentare prevede la sospensione delle procedure esecutive all’atto della presentazione, mentre per la procedura di esdebitazione questo automatismo non è previsto e la decisione è affidata alla valutazione del giudice – spiegano i commercialisti Roberto Tempestini e Leonardo castellan -. La mancata concessione della sospensione delle procedure esecutive può compromettere la vendita di un bene, il cui ricavato potrebbe invece essere inserito a sostegno del piano di esdebitazione in favore dei creditori”.

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