30 Luglio 2016

Emergenza ungulati, scatta la protesta di agricoltori e allevatori


“Selvatici crescenti, agricoltori calanti” è questo lo slogan che accompagnerà migliaia di agricoltori e allevatori esasperati, delusi, arrabbiati che martedì 2 agosto arriveranno nel centro storico di Firenze, in Piazza Duomo, di fronte alla Regione Toscana, per protestare contro il proliferare incontrollato degli ungulati (cinghiali, daini, caprioli, volatili ma anche predatori, lupi e canidi) che – denuncia Coldiretti – devastano le coltivazioni, falcidiano le greggi, mettono a rischio la sicurezza del territorio e rappresentano sempre più un pericolo per la collettività.
Gli agricoltori chiederanno l’applicazione della legge obiettivo per gli ungulati (L.R. 10/2016) che fin qui ha disatteso tutte le aspettative. Un’emergenza, quella degli ungulati e di altri selvatici, molto sentita in tutte le zone e da tutte le colture del territorio fiorentino e pratese: dal Chianti, al Mugello, dall’Empolese a Prato, su monti, colline e pianura.
Coldiretti fa sapere, tra l’altro, che nelle province di Firenze e Prato sono a rischio 18.500 ettari di vigneto (il 32% delle vigne toscane), di cui oltre 12.000 ettari destinati alla produzione di vini Doc e Docg. Sul filo del rasoio anche la produzione sui 50.000 ettari di seminativi delle due provincie. E i danni per gli agricoltori, non solo non vengono compensati, ma aumentano e spingono tanti ad interrogarsi se ha senso continuare a seminare per poi vedersi il raccolto falcidiato.
Lo stato di agitazione è stato deciso dal Direttivo Regionale di Coldiretti Toscana. A sostegno dell’iniziativa è stato lanciato anche l’hastag #riprendiamocilterritorio a rafforzare ulteriormente il messaggio della protesta. Previsto anche un presidio con centinaia di trattori sul Lungarno Aldo Moro di fronte alla sede della Rai.
“Scendere in piazza a questo punto è una scelta obbligata, anche per rendere consapevoli i cittadini di una situazione drammatica per chi coltiva e poi non raccoglie -dichiara Roberto Nocentini, presidente di Coldiretti Firenze-Prato-”. Tutti ormai vediamo i rischi creati dagli animali selvatici nella quotidianità: gli ungulati rendono pericolosa la circolazione stradale, si ritrovano al parco pubblico del paese accanto ai passeggini e ai palloni. “Quello che è meno noto, e che vogliamo evidenziare a tutta la cittadinanza, è che essi sono diventati una calamità costante per gli agricoltori ed allevatori, al pari di una nevicata straordinaria, della siccità o di una grandinata, con la differenza -continua Nocentini- che mentre la grandinata è un’eventualità, l’invasione e la devastazione dei cinghiali sui propri campi è una certezza ad ogni raccolto. Come sistematici sono i danni da predatori sugli allevamenti”.
In Piazza Duomo arriveranno, già dalle prime ore della mattina, agricoltori ed allevatori da tutte le province della Toscana per rivendicare la volontà di produrre per i cittadini-consumatori e non per animali selvatici e predatori. Dalle diverse zone delle provincie di Firenze e Prato partiranno centinaia di agricoltori ed allevatori.
L’emergenza ungulati è già costata, negli ultimi cinque anni, 100milioni di euro di danni all’agricoltura ed è la causa 3 incidenti stradali al giorno. Secondo Coldiretti Toscana sono 450 mila gli esemplari a ‘piede libero’, il 70% sono cinghiali colpevoli di contribuire all’impoverimento della fauna e della flora del bosco e del sottobosco.
“Gli strumenti ci sono, e sono la legge obiettivo ed il piano lupi, ma non sono applicati. L’emergenza selvatici –spiega Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Firenze-Prato- è diventata una costante quotidiana dell’agricoltura. È inutile investire risorse sul piano di sviluppo rurale per incentivare l’agricoltura di montagna e nelle zone svantaggiate se poi si consente ai selvatici di fare razzie e di depredare gli agricoltori del loro lavoro. Coldiretti, insieme agli agricoltori ed allevatori, scende in piazza nuovamente”. L’ultima volta era stato nel novembre del 2008. “Questo è una prima fase della mobilitazione -conclude Ciampoli–. Vigileremo con grande attenzione lo sviluppo di questa problematica la cui soluzione non può avere ulteriori ritardi e non può essere rimandata”.

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