7 Luglio 2016

La mostra d’apertura del Pecci “Fine del mondo” presentata al Museo del ‘900 di Milano


Cresce l’attesa per il Grand Opening del nuovo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, in calendario il prossimo 16 ottobre 2016, dopo il completamento dell’avveniristico ampliamento a forma di navicella spaziale dell’architetto di stanza a Rotterdam Maurice Nio e la riqualificazione dell’edificio originario di Italo Gamberini. Il Centro Pecci sarà infatti l’unica istituzione pubblica dedicata all’arte contemporanea in Italia, e una tra le poche in Europa, a inaugurare un nuovo edificio nel decennio 2010-2020. L’evento inaugurale è stato presentato stamani al Museo del ‘900 di Milano.
Fondato nel 1988 — prima istituzione in Italia con una sede costruita ex novo per esporre, collezionare, conservare, documentare e diffondere le ricerche artistiche più avanzate — il Centro Pecci si appresta a diventare un punto di riferimento internazionale per la sperimentazione dei molteplici linguaggi artistici contemporanei. La sua missione sarà, infatti, quella di indagare tutte le discipline della cultura contemporanea, toccando anche cinema, musica, perfoming arts, architettura, design, moda e letteratura, cercando al contempo di avvicinare il più possibile l’arte alla società.
A questo scopo il nuovo Centro, oltre a spazi espositivi più che raddoppiati, avrà a disposizione anche l’archivio e la biblioteca specializzata, che conta un patrimonio di oltre 50.000 volumi, il teatro all’aperto, un cinema/auditorium, uno spazio performativo all’interno delle gallerie, un bookshop, un ristorante, un pub/bistrot. Sarà un luogo non solo espositivo, ma il più versatile e trasformabile possibile, basato sulla sperimentazione e la ricerca. Punterà a una relazione dinamica con il suo pubblico, divenendo un luogo particolarmente attivo con il prolungamento dell’apertura alla sera, quando alle mostre si affiancano performance, concerti e proiezioni, ma anche conferenze, laboratori e corsi per adulti. Importante, in questo senso, prima tra le istituzioni pubbliche italiane, la creazione di un dipartimento di ricerca teso a costruire le basi teoriche delle varie iniziative e a sviluppare in modo ampio le attività educative.
La mostra inaugurale, intitolata La fine del mondo, a cura del direttore Fabio Cavallucci con il supporto di vari collaboratori e advisor, occuperà l’intera superficie espositiva del museo, arricchita da un fitto programma di eventi collaterali e interventi multidisciplinari.
L’occasione della riapertura del Centro Pecci, al quale la Regione Toscana attribuisce il compito di coordinamento del contemporaneo in regione, darà anche l’opportunità di ospitare, nella città di Prato, una serie di eventi e mostre parallele. Tra queste un’iniziativa con grandi opere prodotta dai galleristi toscani in uno spettacolare edificio di archeologia industriale, mostre dedicate ai giovani artisti, opere negli spazi pubblici, e i progetti del recente concorso per il Parco Centrale di Prato che vede la partecipazione di alcuni dei migliori architetti e paesaggisti mondiali.
“Il Centro Pecci è già un punto di riferimento per l’arte contemporanea in Toscana, ma la nostra ambizione è di farlo diventare punto di riferimento anche per

l’Italia e per l’Europa – ha detto il sindaco Matteo Biffoni – Essere qui a 100 giorni dalla riapertura è per me motivo di orgoglio. L’idea che ci muove è di realizzare qualcosa di necessario per Prato, una città terribilmente contemporanea che ha vissuto le sfide che il presente ci sta offrendo sotto tutti i punti di vista, dal sociale all’economico”. Il rinato Centro Pecci, ha concluso il primo cittadino, “non vuole essere soltanto un museo” ma “qualcosa che provi a raccontare la nostra quotidianità letta con gli occhi dell’arte. Una sfida che riteniamo di poter vincere”.

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