“Quando si vede una situazione del genere, quando entra nel mezzo la forza, è chiaro che la politica ha perso”. È il commento di Giancarlo Maffei sugli scontri tra forze dell’ordine e cittadini cinesi avvenuti mercoledì scorso all’Osmannoro.
Ex assessore provinciale alle relazioni internazionali durante la giunta Mannocci, Maffei è tra i maggiori esperti della comunità cinese di Prato. Oggi è un imprenditore specializzato nei rapporti con la Cina, in particolare con la città di Whenzhou, di cui è cittadino onorario.
“C’è grande preoccupazione all’interno della comunità cinese, quella sana, quella che vuole l’integrazione, perché questi episodi vanno contro i loro interessi”, dice ai microfoni di Tv Prato.
Ben sapendo che non si possa parlare di “una” comunità cinese di Prato, “perché esistono molte comunità rappresentate da associazioni con interessi diversi”, Maffei ha sempre indicato nel dialogo e nell’ascolto reciproco la strada maestra per la perfetta integrazione con gli orientali che vivono sul territorio.
Secondo Maffei dovrebbe essere il Governo a farsi carico del rapporto con i cinesi di Prato e della piana fiorentina parlando direttamente con il Consolato. “A Roma si devono ricordare che qui ci sono 7700 imprese e 35mila cittadini cinesi che producono un valore economico non indifferente. Basti pensare agli affitti – osserva l’ex assessore – a Prato ci sono 15mila contratti per un valore di 150 milioni di euro pagati agli italiani. I valori aggiunti portati da questa comunità sono innegabili. Togliendo quello che preoccupa, illegalità e contrasti, si deve iniziare un percorso serio che vada verso l’integrazione. Solo il Governo italiano – conclude Maffei – può essere il punto di riferimento per governare tutte le potenzialità che ci sono e che possono dare un grosso contributo”.
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