9 Luglio 2016

Prato si candida a capitale italiana della cultura. L’annuncio dell’assessore Mangani all’assemblea di CoopCulture


Prato si candida a diventare capitale italiana della cultura. Ad annunciarlo è stato l’assessore Simone Mangani nel corso dell’assemblea nazionale di Coopculture, che si è tenuta ieri, venerdì 8 luglio, al Museo del Tessuto.

Per gli addetti ai lavori non si tratta di una assoluta novità, è lo stesso Assessore alla cultura a ricordare che, ben prima dell’annuncio dell’assegnazione a Pistoia della vittoria per il 2017, il Comune stava lavorando alla candidatura della nostra città a capitale della cultura. “L’ho riferito anche in Consiglio comunale a fine 2015 che nel triennio 2016-2018 avremmo lavorato per raggiungere questo obiettivo”, aggiunge Mangani.

L’assemblea al Museo del Tessuto è stata anche l’occasione di un confronto con esperti e amministratori sul tema della valorizzazione partecipata e sostenibile dei territori. L’esempio di Prato, dove CoopCulture è impegnata presso il Museo di Palazzo Pretorio e nel sistema bibliotecario comunale, è importante perché qui l’impegno e la collaborazione tra l’amministrazione locale e la cooperativa stanno dando risultati importanti nel ridisegno del futuro della città legato alla cultura.

Ne hanno parlato, insieme al presidente di CoopCulture Giovanna Barni, Roberto Calari, coordinatore nazionale Legacoop Cultura; Matthias Henkel, Center for audience development Institut für Kultur- und Medienmanagement, Freie Universität Berlin; Paolo Ermini, direttore del Corriere Fiorentino; Simone Mangani, assessore alla Cultura Comune di Prato; Paolo Verri, direttore generale Fondazione Matera Basilicata 2019.

Giovanna Barni, presidente di CoopCulture, e Cristina Da Milano, presidente di Eccom, hanno illustrato il bilancio di CoopCulture relativo al 2015, che ha registrato un fatturato di oltre 49 milioni di Euro (+14% rispetto all’anno precedente), grazie alle concessioni museali per il 52%, seguite da servizi museali, biblioteche, eventi/fiere. Un ruolo importante è stato svolto dalla sfida, vinta, di Expo 2015.
La crescita maggiore si è avuta nel numero di occupati che, dal 2014 al 2015, sono aumentati del 25% raggiungendo il numero di 1305 unità, di cui 822 soci lavoratori. Un’occupazione giovane, qualificata, fortemente femminile e attenta all’equilibrio tra vita personale e vita lavorativa: il 72% è composto da donne, il 46% è laureato, il 53% ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (il restante a tempo determinato, perché legato alla stagionalità delle attività culturali e turistiche), circa l’80% ha scelto il part time. Uno spaccato atipico nel panorama attuale del mercato del lavoro italiano, che sarà oggetto di una vivace campagna social in avvio il prossimo autunno.

 

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