Quindici bambini rifugiati del Saharawi ospiti a Prato per un giorno: saranno in Toscana fino al 30 agosto


Trentadue anni di impegno a favore del popolo del Saharawi, la cui storia è da sempre tormentata, e in particolar modo nei confronti dei bambini.L’associazione di solidarietà per il popolo Saharawi – “Ban Slout Larbi”, che fa capo al Comitato Toscano di sostegno alla Repubblica Saharawi, prosegue il progetto “Ambasciatori di pace”, che prevede l’accoglienza di trenta bambini del Saharawi di circa dieci anni e di loro tre maestre, tutti provenienti dagli accampamenti dei rifugiati del Polisario nel deserto algerino. I bambini rimarranno in Toscana fino alla fine di agosto e avranno la possibilità di visitare luoghi caratteristici della nostra regione e di fare nuove esperienze.

“I bambini stanno arrivando proprio adesso all’aeroporto di Malpensa – afferma Sandro Volpe, presidente dell’Associazione di solidarietà per il popolo del Saharawi – In tutto la Toscana accoglie quest’anno 140 bambini del Saharawi, che verranno distribuiti tra tutti i Comuni, tra cui Prato, che hanno deciso di stipulare il Patto di amicizia e di gemellaggio con le tendopoli del Saharawi”.

In particolare un gruppo di quindici bambini sarà a Prato il 28 luglio per una giornata che vedrà impegnati Fondazione Santa Rita e le due società calcistiche Zenith Audax e Coiano Santa Lucia, oltre al settimanale di calcio giovanile dilettantistico Calcio più.

“Il 28 luglio -spiega Roberto Macrì, presidente della Fondazione Santa Rita – i bambini saranno ospiti della cità di Prato. la mattina arriveranno presso la Fondazione Santa Rita, dove avranno la possibilità di incontrare alcuni bambini loro coetanei ospiti della nostra fondazione. Il programma della giornata prevede una gita in piscina e un incontro amichevole di calcio presso l’impianto sportivo della società calcistica Zenith Audax. Il tutto si concluderà con un rinfresco”.
“Dal canto suo l’amministrazione comunale – afferma Simone Faggi, vicesindaco di Prato – si impegna come ogni anno a rinovare, attraverso una firma, il Protocollo di Intesa e di Amicizia con il popolo Saharawi, insieme alle associazioni che sul territorio si occupano di questo tema importante che non può e non deve essere dimenticato”.

Il periodo di ospitalità ha lo scopo di offrire ai bambini, chiamati “piccoli ambasciatori di pace”, un periodo di serenità in un luogo lontano dai campi profughi in cui vivono nel Saharawi.

Nel corso del soggiorno i bambini effettueranno, tra le altre cose, il primo check up medico completo della loro vita e tutti avranno la possibilità di vedere per la prima volta il mare.

“Non posso fare altro – commenta il vescovo Franco Agostinelli – che elogiare tutti coloro – e in particolar modo l’associazione di solidarietà per il popolo Saharawi – che si occupano di questi bambini per offrire loro momenti di relax e ricreativi, che li sollevano da una routine che immagino spesso dolorosa e complessa”.

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