21 Settembre 2016

Abusi su minorenni, interviene il Club delle Pagliette: “Non si getti discredito sull’associazione”


“Le Pagliette accompagnano la storia della città di Prato da 70 anni e cose simili non sono mai accadute”. Così il presidente del club delle Pagliette Gabriele Villoresi commenta la vicenda che vede coinvolto un membro onorario del club, agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale su minori. Le vittime sarebbero tre ragazzi anche loro soci del Club che all’epoca dei fatti avevano 16 e 17 anni. L’inchiesta è stata aperta dalla Procura di Prato lo scorso mese di giugno a seguito di un esposto presentato proprio dal presidente del Club Gabriele Villoresi. “Tante generazioni di studenti che ne hanno fatto parte hanno condiviso l’esperienza di quello spirito goliardico che trova nella cultura dello scherzo e nel guardare alla vita con ironia e col sorriso il migliore antidoto contro le amarezze e le difficoltà del quotidiano ed il migliore stimolo per sviluppare insieme la propria creatività – prosegue Villoresi – La Rivista teatrale rappresenta emblematicamente il valore di questa esperienza e costituisce patrimonio culturale di tutti i pratesi. L’eventuale coinvolgimento nei fatti oggetto delle odierne vicende giudiziarie di persone più o meno direttamente legate alle attività della nostra associazione non può e non deve gettare discredito sui sani valori che essa coltiva. Chi – come noi – è chiamato a custodire la tradizione ed il patrimonio culturale delle Pagliette non intende permetterlo e respinge con orgoglio ogni indebito accostamento fra quelle vicende – ancora peraltro tutte da chiarire, per quanto ci consta – ed il buon nome (ed il logo) delle Pagliette. I nostri ragazzi chiamati a testimoniare, del resto – possiamo testimoniarlo – si sono contenuti con grande maturità, assicurando la massima collaborazione agli Inquirenti ed al contempo serbando un alto profilo di riservatezza su tutta la vicenda, cosa oggi purtroppo assai rara, come dimostra la deprecabile prematura diffusione incontrollata delle notizie che ci costringono ad intervenire”.

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