24 Settembre 2016

Camerata Strumentale, presentata la nuova stagione. L’orchestra in cerca di coristi tra i cittadini


Nella dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, fra i diritti inalienabili dell’umanità viene proclamato anche quello al «pursuit of happiness», perseguire la felicità. La musica, nella storia della civiltà, ha sempre rappresentato un veicolo per la felicità, e la musica è la nostra missione, farla rinascere dal segno scritto, farne dono per l’ascolto.
L’esperienza commovente di Noye’s Fludde, (L’Arca di Noè) di Britten, che ha coinvolto tanti e tanti bambini, ragazzi, adulti nella partecipazione attiva alla creazione musicale, ci ha insegnato che, al di là dell’ascolto della musica e della felicità che ne deriva, si può cercare una partecipazione più ambiziosa e più attiva, che porti al coinvolgimento e all’inclusione più vasti possibile. Il canto può permettere questo accesso, come mostrava l’Assemblea dell’Arca, chiamata a unirsi ai musicisti del cast e dell’orchestra nella preghiera corale.

Per queste ragioni, la Camerata con Jonathan Webb rivolge alla città l’invito a dar vita a un grande coro, la metafora più efficace di una comunità armoniosa, nella quale ci si ascolta reciprocamente per dar vita a qualcosa di bello e a un frammento di felicità condivisa. «Quando domina la magia dei suoni / e la sacra parola si esprime, allora il meraviglioso si manifesta, notte e tempesta diventano luce»: queste parole vengono intonate nella Fantasia Corale di Beethoven che chiuderà la nostra stagione. La nostra ambizione e la sfida che lanciamo è che queste parole vengano cantate dal maggior numero possibile di persone, un grande Coro della città. A questo obiettivo lavoreremo tutti insieme, con la Scuola Comunale di Musica, con gli studenti delle scuole, con gli straordinari operatori musicali che hanno contribuito alla realizzazione dell’Arca, e naturalmente con tutti coloro che già vivono l’esperienza di una comunità corale. Prima di questo ultimo appuntamento, tutto segnato dal passaggio dall’oscurità alla luce, nelle partiture di Schubert, di Mozart e di Beethoven in programma, l’occasione delle feste pasquali diventa invito a unire le voci nel tenerissimo Requiem di Gabriel Fauré, una pagina di consolazione e di spiritualità accessibile anche a chi si voglia esprimere nel canto senza ambizioni professionistiche.
la Stagione di apre nel segno magico del canto delle fate, con la loro dolce ninnananna a Titania, omaggiando Shakespeare nel quarto centenario della morte, per mezzo dell’illustrazione musicale del Sogno di una notte di mezza estate creata da Mendelssohn, incunabolo della poetica romantica. Alla Camerata si unirà per dar voce alle fate il Coro Harmonia Cantata istruito da Raffaele Puccianti. La serata si aprirà col Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven, che vedrà il ritorno di Alessio Bax come solista e il suo primo incontro musicale con Jonathan Webb.
A rafforzare l’elemento simbolico di una comunità che canta per partecipare alla felicità della musica, la nuova Stagione offre anche la traduzione musicale del suo contrario, la tragedia della solitudine. Francis Poulenc, sul testo straziante di Jean Cocteau, l’ha intonata nelle parole disperate di una donna che affida al telefono, in tragico isolamento, la fine del suo amore e le lacrime dell’abbandono. In un mondo reso sempre più autistico dalla prigione degli smartphone, offrire La voix humaine di Poulenc, nella autorevolissima interpretazione del soprano Karen Vourc’h, ci è sembrato il più forte contrappunto al messaggio che questa Stagione di concerti vuole lanciare, per sottrarre la nostra attività alla funzione, pur importante, di colto intrattenimento, e restituire alla musica la sua dignità di messaggio.
Con Jonathan Webb, Filippo Maria Bressan, Alessio Bax, Pietro De Maria, Giovanni Sollima, Grazia Raimondi, Olaf John Laneri, Gabriele Cassone, Karen Vourc’h, la Camerata ha la speranza che questa proposta aiuti tutti a cancellare il grido isolato di una voce umana con la felicità delle voci umane.

Alberto Batisti
Direttore Artistico Camerata Strumentale Città di Prato
STAGIONE 2016-2017
Teatro Politeama Pratese
inizio concerto ore 21.00

 

PROGRAMMA
10 novembre 2016
Jonathan Webb, direttore
Alessio Bax, pianoforte
Coro Harmonia Cantata
Beethoven: Concerto n. 4 in sol maggiore op. 58 per pianoforte e orchestra
Mendelssohn: Sogno di una notte di mezza estate, Ouverture op. 21 e musiche di scena op. 61 per la commedia di Shakespeare
Entriamo tutti nel bosco e cominciamo a sognare. L’omaggio della Camerata ai 400 anni dalla morte di William Shakespeare è l’esecuzione della musica incantata che Felix Mendelssohn compose per illustrare il Sogno di una notte di mezza estate. L’Ouverture, scritta a soli diciassette anni, nel 1826 è il geniale avvio della stagione musicale romantica, nel suo farsi traduzione sentimentale della grande letteratura. Le musiche di scena vennero composte molti anni dopo ma sulla falsariga di quella geniale intuizione dell’adolescente, destinata a diventare l’incunabolo di un’epoca e tuttora freschissima nella sua capacità di farci entrare nei paesaggi della fantasia. La serata inaugurale si apre con l’intimità soave del Qaurto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven, affidato a un amico di vecchia data della Camerata, il pianista Alessio Bax, che è oggi una degli artisti della tastiera più ammirati al mondo e interprete eletto del genio di Bonn.

1 dicembre 2016
Gabriele Cassone, tromba solista e direttore
Vivaldi: Concerto per due trombe in do maggiore R. 537
Haydn: Concerto in mi bemolle maggiore per tromba e orchestra Hob. VIIe: 1
Mozart-Kail: Romanza K. 495 per tromba e archi
Hummel: Concerto in mi bemolle maggiore per tromba e orchestra
Nel Secondo Concerto Brandeburghese di Bach, eseguito nella scorsa stagione, Gabriele Cassone ha suscitato l’ammirazione del nostro pubblico con le meraviglie della sua tromba. La Camerata ha deciso di offrirgli un intero concerto anche in veste di direttore, per far conoscere le più illustri pagine del repertorio classico per tromba, a cominciare dal brillante concerto doppio di Vivaldi e culminante nei due grandi concerti che Haydn e Hummel consacrarono allo strumento di cui Gabriele Cassone è l’indiscusso caposcuola internazionale.

 

15 dicembre 2016
Jonathan Webb, direttore
Wagner: Idillio di Sigfrido
Respighi: Trittico Botticelliano
Mozart: Sinfonia in do maggiore K. 425 «Linz»

La mattina del giorno di Natale del 1870, una musica dolcissima invase l’isolata casa di Triebschen, sul lago dei Quattro Cantoni, presso Lucerna, il rifugio della famiglia Wagner. Era l’Idillio di Sigfrido, regalo di compleanno di Richard alla moglie Cosima Liszt, da un anno circa madre dell’erede battezzato col nome dell’eroe della Tetralogia, Siegfried. Gli auguri di Natale della Camerata al proprio pubblico muovono da quella pagina immersa nella serenità domestica, forse il più bel regalo di Natale e di compleanno che la storia ricordi. Jonathan Webb, il nostro direttore musicale, propone quindi una quasi dimenticata pagina di Ottorino Respighi, che invece merita ogni attenzione per la sua meravigliosa e coloristica magia orchestrale, il Trittico botticelliano, traduzione musicale di tre capolavori del pittore fiorentino che oggi sono fra i tesori più preziosi che la Galleria degli Uffizi custodisce. Fra La Primavera e La nascita di Venere, Respighi ha inserito l’Adorazione dei Magi, che col suo clima pastorale ben s’addice a celebrare il clima natalizio di questa serata. La festosa e rutilante Sinfonia di Linz mozartiana è il sigillo luminoso a questo nostro affettuoso biglietto d’auguri.

26 gennaio 2017
Filippo Maria Bressan, direttore
Michela Francini, oboe
Grazia Raimondi, violino
Giovanni Sollima, violoncello
Olaf John Laneri, pianoforte

Perotti: Galuppiana per oboe e archi, prima esecuzione assoluta
Beethoven: Concerto in do maggiore op. 56 per violino, violoncello, pianoforte e orchestra
Haydn: Sinfonia n. 82 in do maggiore Hob. I: 82 «L’Orso»

Per la prima volta, la Camerata ospita il geniale violoncellista Giovanni Sollima, che è anche compositore fra i più amati e apprezzati del nostro tempo. L’illustre artista si unisce al violino di spalla della Camerata, Grazia Raimondi, e al pianista Olaf John Laneri, per dar vita sotto la direzione di Filippo Maria Bressan al Triplo Concerto di Beethoven, pagina tra le più serene e gioiose del suo catalogo, in cui spicca il violoncello come primus inter pares. La serata offre anche l’opportunità di ascoltare in prima esecuzione assoluta la partitura di un compositore ventunenne, Federico Perotti, tratta da una deliziosa sonata per organo di Baldassare Galuppi, rielaborata con mano felice e affetuosa ironia e affidata al nostro primo oboe, Michela Francini. Filippo Maria Bressan si confronta quindi ancora una volta col suo amato Haydn, proponendo la prima delle sei splendide sinfonie scritte dal compositore per la Loge Olympique di Parigi, che gli editori dell’epoca vollero intitolare «L’orso», benché l’autore non avesse in mente alcun plantigrado nel comporla.

23 febbraio 2017
Concerto in coproduzione con Metastasio Jazz
Francesco Cafiso 6tet e Camerata strumentale «Città di Prato»: La Banda

Francesco Cafiso sax alto, flauto
Giovanni Amato tromba e flicorno
Humberto Amésquita trombone
Mauro Schiavone pianoforte
Pietro Ciancaglini contrabbasso
Jonas Burgwinkel batteria

direttore Valter Sivilotti
Dopo la felice esperienza che due anni fa portò al Politeama Enrico Rava a suonare con la Camerata, si rinnova la collaborazione con Metastasio Jazz e il suo direttore artistico Stefano Zenni. È il giovane astro del sax Francesco Cafiso, con il suo formidabile quintetto e la direzione di Valter Salviotti, il protagonista del nuovo ponte gettato fra la tradizione sinfonica e l’arte del jazz. L’omaggio all’antica tradizione popolare delle bande siciliane e alla cultura di un’isola da sempre multietnica promette una serata di musica assolutamente coinvolgente, che intende essere soprattutto un inno alla vita.

2 Marzo 2017
Jonathan Webb, direttore
Solista, Karen Vourc’h

Honegger: Pastorale d’Été
Milhaud: Le boeuf sur le toit, Cinéma-Symphonie sur arie sudamericane op. 58
Poulenc: La Voix humaine, tragédie lyrique in un atto dal dramma di Jean Cocteau
La tragedia della solitudine, affidata al simbolo devastante della fine di un amore al telefono, fa da contraltare all’emblema di questa Stagione della Camerata, l’unione delle voci e dei cuori nell’esperienza corale. Non si poteva immaginare più efficace contrappunto all’idea di far cantare una città e di unirla con la forza della musica di questo monodramma di Jean Cocteau restituito in musica da Francis Poulenc in modo commovente e affidato alla direzione di Jonathan Webb e all’interpretazione straordinariamente coinvolgente di Karen Vourc’h, specialista di questo temibile ruolo, straziante congedo dall’epoca delle primedonne nell’opera lirica. La prima parte della serata è dedicata a due sodali di Poulenc nel «Gruppo dei sei», con il tenero idillio di Arthur Honegger e la scanzonata fantasia brasiliana del monello Darius Milhaud.
29 e 30 marzo 2017
Chiesa di San Francesco

Jonathan Webb, direttore
Coro Cittadino
Elgar: Serenata per archi in mi minore op. 20
Fauré: Requiem in re minore per soli, coro e orchestra op. 48

Con la tenera elegia funebre del Requiem di Gabriel Fauré, quasi una berceuse per chi ci ha lasciato, fa il suo debutto il Coro formato dai cittadini pratesi. L’Orchestra che porta nel suo nome l’emblema della città che l’ha espressa, vuole ora essere affiancata da un Coro espressione della comunità. Perché la musica sia un veicolo di unione, un idioma universale nel quale far convergere tutti gli idiomi e un punto d’incontro delle voci umane.
21 aprile 2017
Jonathan Webb, direttore
Pietro De Maria, pianoforte
Zero Vocal Ensemble
Coro Cittadino

Schubert: Sinfonia n. 4 in do minore D. 417 «Tragica»
Beethoven: Coriolano, Ouverture op. 62 per il dramma di Collin
Mozart: Meistermusik in do minore K. 477
Beethoven: Fantasia in do minore per pianoforte, coro e orchestra op. 80

Il do minore, la più cupa delle tonalità, quella che è sempre stata associata alla tenebra, è la materia unificante di questo concerto finale. Il significato di questa impaginazione risiede però sul superamento di quell’oscurità, nell’apparizione della luce e della speranza che fa dileguare il do minore facendo rifulgere il do maggiore. Così avviene nell’ultimo, straordinario accordo della Musica scritta da Mozart per la cerimonia d’inziazione massonica, qui presentata in una ricostruzione della sua versione originale con la presenza di un coro virile. Un coro che si allarga anche alle voci femminili e che chiude la Stagione della Camerata col l’auspicio delle parole utilizzate da Beethoven nella sua Fantasia per pianoforte, coro e orchestra, cartone preparatorio della Nona Sinfonia: «Quando domina la magia dei suoni / e la sacra parola si esprime, allora il meraviglioso si manifesta, notte e tempesta diventano luce». Luce di speranza, luce di fratellanza, luce della musica.

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