1 Settembre 2016

Stipendi gonfiati, ex dirigenti del Csn condannati a restituire quasi 100 mila euro


L’ex presidente del Centro di Scienze Naturali Massimo Calissi, l’ex direttore Gilberto Tozzi e Vladimiro D’Agostino, ex membro del cda, sono stati condannati dalla Corte dei Conti di Firenze a restituire alla Fondazione del Csn una somma complessiva di quasi 100 mila euro: per l’esattezza 98.565,69 euro. Ai tre ex dirigenti la Procura regionale Toscana ha contestato un danno erariale dovuto al pagamento di una serie di somme da parte della Fondazione Csn. In sostanza, secondo la tesi della Procura, confermata dalla sentenza della Corte dei Conti (depositata lo scorso 22 agosto), i tre dirigenti hanno liquidato, o consentito di liquidare in modo illegittimo una serie di somme, in particolare compensi a proprio favore e di terzi. Stipendi gonfiati, insomma, che adesso dovranno essere restituiti da parte di chi li ha elargiti. 

Nello specifico Calissi dovrà risarcire il Csn per una cifra pari a 79.182 euro. Di minore entità le somme che dovranno restituire Tozzi e D’Agostino, condannati a pagare rispettivamente 4.665 euro e 14.718 euro. Assolti invece altri sei ex componenti del cda e revisori della Fondazione: Claudia Baroncelli, Miria Nannucci, Umberto Cavini, Antonio Grassi, Andrea Chiriconi e Sergio Citerni.

Gli aumenti di stipendio erano stati concessi dall’ex presidente Calissi in maniera unilaterale, senza informare il consiglio di amministrazione che secondo lo Statuto della Fondazione avrebbe dovuto deliberare in materia. Unico consigliere di amministrazione informato della decisione, secondo quanto ricostruito dalla Corte dei Conti, era stato Vladimiro D’Agostino che ricevette una lettera del presidente a fine 2006 e si adoperò affinchè nella compilazione delle buste paghe successive figurassero gli aumenti di stipendio. Per questo è stato giudicato corresponsabile e chiamato a rifondere il danno erariale.

Le somme da restituire decorrono tuttavia a partire dal 15 marzo 2008, in quanto per il periodo precedente è intervenuta la prescrizione. Da quel momento, Calissi ha percepito 19 mila euro in più, grazie all’aumento di stipendio che si è attribuito; l’ex direttore Tozzi ha beneficiato di un surplus di duemila euro annui, così come la moglie Deanna Lastrucci. Ai dipendenti del Csn, l’allora presidente Calissi concesse indebitamente un bonus, il superminimo, per il quale, assieme a D’Agostino, è stato chiamato a restituire un totale di 49.189 euro. La Corte dei Conti ha censurato l’ex presidente che “con motivazione singolare comunicava gli aumenti in ragione di ‘ottimistiche previsioni e del meritevole comportamento di ognuno di voi…’ formula rivelatrice di una modalità di gestione del denaro pubblico del tutto slegata da criteri di efficienza, efficacia e trasparenza”.

Tra le somme da rifondere, da parte di Calissi, ci sono anche 8.548 euro stanziate all’associazione Arci Ragazzi per attività eseguite all’interno del Csn per un ammontare di ore eccedenti rispetto a quelle previste dalla convenzione vigente. Diversamente da quanto chiesto dalla Procura, Gilberto Tozzi non è stato ritenuto responsabile dell’aumento di stipendio concesso ai dipendenti – tra i quali il figlio Saverio – e deve risarcire solamente il 50% della multa che il Corpo Forestale dello Stato ha comminato al Csn per la mancata registrazione di alcuni esemplari di animali detenuti all’interno del Centro.

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A.D.
A.D.
7 anni fa

Quando riporteranno i soldi gonfiati fatecelo vedere(ho i miei dubbi tanto paga sempre pantalone!).

uomolotà
uomolotà
7 anni fa

io invece ho ancora fiducia nei politici pratesi

A.D.
A.D.
7 anni fa

X uomolota’:vedi CREAF

Gigio
Gigio
7 anni fa

Prima o poi la verità viene fuori. Fatelo sapere a chi ha silurato il nuovo Consiglio del CSN…