La necessità di cambiare il Paese (con invocazioni sempre più sfumate alla rottamazione), il coraggio di rischiare (“c’è chi fischia e chi rischia”), l’ammissione di aver sbagliato a presentare la campagna referendaria come una consultazione sulla sua persona e sul governo (“i migliori sostenitori del referendum saranno gli antirenziani per il si”), i richiami all’orgoglio nazionale in contrapposizione alle euroburocrazie, e come sempre, le battute, spesso coinvolgenti e azzeccate come quando il premier evoca l’incubo di una seconda riunione-fiume di condominio, per far capire le pecche e le lungaggini del bicameralismo perfetto. Sono questi alcuni tratti del discorso del presidente del Consiglio Matteo Renzi al teatro Metastasio. Tra le battute, alcune sono riferite proprio a Prato e al sindaco Biffoni, definito una delle due persone “a cui ha rovinato la vita”, per avergli chiesto di lasciare l’incarico di parlamentare e candidarsi a primo cittadino di Prato. A Prato, Renzi gioca “quasi in casa”… ma rischia querele. Le Olimpiadi a Prato? “Giani le farebbe anche a Vaiano e a Vernio…ma non dite ai 5 Stelle che si fanno a Tavola”… Sul numero dei parlamentari italiani da tagliare, Renzi si è confrontato anche con il presidente degli Stati Uniti Obama.
Dario Zona