5 Ottobre 2016

Eroina bianca dalla Campania a Prato: i sette pusher patteggiano 23 anni di reclusione


Gestivano il giro dell’eroina bianca a Prato, facendo arrivare la droga, ad alta tossicità, dalla Campania: viaggi in treno ogni dieci giorni per importare oltre 200 grammi a volta, per poi spacciare in centro ma anche nella zona est della città. A distanza di quattro anni, sono arrivati i patteggiamenti per 4 cittadini nigeriani e tre italiani, tra cui una donna di 34 anni.
La pena più alta – 4 anni e sei mesi – la dovrà scontare un nigeriano difeso dall’avvocato Giuseppe Nicolosi. Gli altri tre connazionali hanno patteggiato 4 anni e due mesi; mentre i due uomini italiani – che da clienti si sarebbero prestati a collaborare allo spaccio facilitando gli spostamenti dei pusher – hanno patteggiato un anno e dieci mesi. Più alta – due anni e 9 mesi di reclusione – la pena inflitta alla donna, che aveva anche avuto una relazione con uno degli spacciatori africani. Andrà a processo, in contumacia, il presunto capo dei pusher: un altro cittadino africano tuttora latitante.
L’inchiesta è stata seguita dai carabinieri del nucleo investigativo, diretta dal sostituto Lorenzo Gestri, dal cui ufficio al terzo piano di Palazzo di Giustizia si vedevano alcuni degli scambi di droga, nei pressi di un cantiere in via dei Muracci.
Le analisi tossicologiche sullo stupefacente hanno mostrato che si trattava di eroina bianca, con un’alta concentrazione di principio attivo e dunque particolarmente pericolosa: in quel periodo a Prato morirono due eroinamani per overdose e – anche se non è stata dimostrato il collegamento diretto con gli spacciatori – c’è il sospetto che fossero state proprio queste partite di droga a provocare quei malori fatali.

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