25 Ottobre 2016

“Integrazione imprenditoriale”, lacune su sicurezza e gestione dei rifiuti nelle aziende orientali. Ma i giovani cinesi vogliono operare in regola


Si è concluso il progetto “Integrazione Imprenditoriale” portato avanti dalla Camera di Commercio di Prato grazie al sostegno del Progetto Prato della Regione Toscana. Il progetto si è sviluppato lungo una serie di azioni che si sono svolte in circa 18 mesi, toccando tematiche diverse ma con un obiettivo comune: entrare in contatto con la comunità di imprenditori stranieri che opera sul territorio.

Sono state 99 le aziende che si sono sottoposte al check up di autodiagnosi somministrato dai tecnici ASCI. I tecnici ASCI sono esperti in mediazione e consulenza aziendale formati dalla Regione Toscana proprio per entrare in contatto con gli imprenditori cinesi. I due team, bilingue, hanno visitato 200 aziende cinesi del territorio che operano nel settore moda, cercando di raccogliere la loro disponibilità a sottoporsi a un questionario di oltre 150 domande studiato per far acquisire consapevolezza sugli aspetti della legalità agli imprenditori ai quali viene somministrato.

Dall’analisi dei questionari emerge innanzitutto l’adeguamento quasi totale delle imprese ai tre aspetti verificati dal team coordinato dalla USL con il Patto per il lavoro sicuro: assenza di dormitori e bombole del gas, impianti elettrici conformi. Ma ci sono altri aspetti dove invece si manifestano gravi carenze. Ad esempio la parte relativa ai corsi sulla sicurezza per i dipendenti, le visite mediche, la gestione dei rifiuti sono aspetti molto carenti. Difficile valutare il grado di rispetto della normativa fiscale: generalmente gli imprenditori si affidano totalmente a consulenti esterni e si sentono in questo modo deresponsabilizzati.

Nel corso del progetto è stato fatto anche un esperimento di somministrazione del questionario a 12 aziende pakistane, nella maggioranza dei casi operanti nel settore alimentare. La situazione registrata in queste aziende appare critica, con una scarsa consapevolezza delle norme che devono essere applicate soprattutto per quello che riguarda la manodopera.

Sono 3162 i giovani imprenditori cinesi che operano sul territorio. La maggioranza di questi operano nel settore delle confezioni, ma c’è una quota crescente che si occupa di commercio all’ingrosso di abbigliamento. In crescita anche i servizi, segnalando una diversificazione sempre maggiore delle attività svolte.

Sono stati anche svolti degli incontri con un campione di giovani imprenditori cinesi per cercare di capire meglio il loro rapporto con la città e il sistema imprenditoriale. Quello che emerge è il quadro di una comunità di giovani nati in Italia o arrivati in Italia molto piccoli che hanno voglia di integrarsi e che vogliono rimanere a vivere a Prato. Il problema della sicurezza e dei furti a danno della comunità è il problema più avvertito.

Valorizzare infine le imprese del territorio che operano nel rispetto delle norme, cercando di far emergere esempi positivi. E’ con questa finalità che all’interno del progetto la Camera di Commercio di Prato insieme al PIN e con la collaborazione delle associazioni di categoria sta portando avanti la sperimentazione di una certificazione di responsabilità di cui potranno fregiarsi le imprese del settore moda, italiane e straniere, che operano nel rispetto degli standard che sono in corso di individuazione, ma che vanno a toccare gli aspetti più importanti della normativa, cercando anche di proporre azioni positive “extra”. La sperimentazione dovrebbe terminare entro la fine dell’anno con la presentazione del nuovo modello di certificazione, che sarà rilasciato dalla Camera di Commercio.

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