Un 49enne di Altopascio è stato condannato a tre anni e 4 mesi per violenza sessuale nei confronti della ex fidanzata, una quarantenne sudamericana. I fatti sono avvenuti a Prato nel 2012: dopo una relazione durata un anno e mezzo, la donna aveva deciso di interrompere la storia. Il 49enne, un operaio attualmente disoccupato, ha continuato a cercarla: i due si sono rivisti alcune volte e lui ha cercato di riconquistarla, regalandole anche un cellulare. Poi, dopo una serata trascorsa assieme, il fattaccio: lui anzichè riaccompagnarla a casa, conduce la macchina in una strada appartata e secondo la denuncia della donna, la violenta. La quarantenne torna a casa e in lacrime, davanti alla figlia sedicenne (avuta da un’altra relazione), chiama il nuovo fidanzato che la accompagna in ospedale per le cure del caso. Scatta così l’inchiesta: la polizia sequestra le mutandine della donna, strappate, che l’uomo aveva nella propria auto e il telefono che l’imputato sostiene di aver voluto indietro dopo un litigio. Una tesi accolta dai magistrati: il 49enne, che quella sera restituì la sim alla ex, è stato infatti assolto dall’accusa di rapina.
L’uomo si era difeso dall’accusa di violenza sessuale sostenendo che il rapporto fosse consenziente. Il collegio dei giudici, presieduto da Silvio De Luca, ha invece ritenuto credibile la versione della donna, avvalorata da alcuni testimoni, riconoscendo all’imputato le attenuanti generiche. Il sostituto procuratore Laura Canovai aveva chiesto 5 anni di reclusione. L’avvocato Giovanni Giovannelli, che assiste il 49enne, preannuncia ricorso e sottolinea che in passato aveva ottenuto il parere favorevole del procuratore generale Tony al patteggiamento a due anni di reclusione. Con il pensionamento del magistrato e il subentro di un nuovo pubblico ministero, la Procura ha cambiato orientamento e si è giunti al rinvio a giudizio e alla condanna di oggi.
