23 Novembre 2016

Centro Pecci, no al dibattito sul referendum. La Cgil: “Disparità di trattamento. Mesi fa è stata ospitata l’assemblea di Confindustria”


La riapertura del Centro Pecci apre la strada alle polemiche: il tema è quello dell’organizzazione di alcuni tipi di eventi all’interno del museo. A sollevare la questione, la CGIL di Prato, che spiega di aver fatto richiesta al Centro Pecci della sala meeting per un’iniziativa di dibattito fra le posizioni del Sì e quelle del No, in vista del referendum di riforma costituzionale di dicembre.

Dalla direzione, racconta la CGIL, è però arrivato un secco “no” di risposta: “Attraverso una dipendente, dopo aver consultato il direttore, ci è stato risposto che il regolamento del museo alla voce sull’affidamento delle sale prevede che non si possano fare iniziative politiche – spiega il sindacato -. Ad ottobre, però, all’interno del Museo Pecci si è svolta in sala Bianca, in mezzo all’opera d’arte “Quarantine” dell’artista Robert Kusmirowski, l’assemblea di Confindustria Toscana Nord. In quell’occasione, alla presenza del sottosegretario Luca Lotti, il presidente Boccia ha impostato tutto il suo intervento sul sostegno alla riforma. Il presidente locale di Confindustria, Andrea Cavicchi, intervenuto prima di Boccia, ha riportato una considerazione dell’artista secondo cui “la platea diveniva parte stessa dell’opera d’arte”.

“La sala Meeting richiesta dalla CGIL non è parte integrante della mostra, si trova all’ingresso e l’iniziativa proposta non pretendeva di essere “opera d’arte”, ma sicuramente si parla di politica, come se ne parla ad un’assemblea di Confindustria. Cosa significa “iniziative politiche” per il Centro Culturale Pecci? Cosa attribuiscono all’aggettivo “politico”? – rimarca la CGIL -. Il direttore del Pecci, durante il rilancio del Centro, aveva sostenuto di cogliere il momento del restyling come rilancio per inserire questa sorta di astronave in un tessuto sociale locale, non solo come volano e sviluppo di questa città, ma anche come luogo di comunità, di aggregazione e dunque un punto di riferimento della polis. In momenti come questi, dove cultura e politica vengono denigrate, dove quotidianamente diventano sinonimi dispregiativi, ci attendevamo una considerazione più alta e più paritetica dal Centro che ne dovrebbe – conclude – rilanciare significati e contenuti”. 

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Rudy
Rudy
7 anni fa

Fino a ora dove la facevano,sotto un ponte, ma vaia vaia sempre polemiche