11 Novembre 2016

Il Tribunale di Prato rischia la paralisi: “Senza personale amministrativo non si possono fare le udienze”


Nel 2017 il Tribunale di Prato rischia la paralisi, nonostante il saldo positivo di un giudice – tra nuovi arrivi e trasferimenti – e nonostante la pianta organica dei magistrati sarà alzata da 20 a 22 unità e dunque in prospettiva si avranno due giudici in più. Il motivo è la carenza di personale amministrativo, necessario per calendarizzare udienze e far funzionare la macchina della giustizia. “Scontiamo una scopertura del 34% rispetto ad una pianta organica già di per sè ridicola per una realtà come Prato” torna a denunciare il presidente del Tribunale Nicola Pisano, che nei prossimi mesi perderà altre risorse. “La pianta organica per Prato prevede 64 aministrativi, Lucca ne ha 112, Pisa 91 e anche Pistoia ne ha di più. Oggi in servizio ce ne restano soltanto 42,5 effettivi, considerando part time e distacchi. Nei prossimi mesi perderemo altre persone per pensionamenti e cessazione di alcuni distacchi, e arriveremo al 40% di scopertura. In questi mesi, nonostante tutto, ho aumentato il numero delle udienze: oggi i giudici ne hanno dieci giornaliere ogni mese; vorrei arrivare a dodici, ma per legge non posso tenere un cancelliere più di nove ore al giorno al lavoro, le sei ore canoniche più le tre di straordinario” spiega Pisano.

A soffrire maggiormente è il comparto penale dove il carico degli arretrati è doppio rispetto a quello di Tribunali omologhi e l’8,9 per cento dei processi si prescrive prima di arrivare ad una sentenza di primo grado. Nel 2015 sono stati un migliaio i reati minori per i quali è stata la stessa procura a chiedere l’archiviazione per prescrizione, ai quali si aggiungono 350 prescrizioni intervenute nel corso del dibattimento.

Una boccata di ossigeno potrà arrivare dai concorsi che il Ministero ha finalmente indetto dopo 15 anni dai precedenti. Un primo bando, che sarà pubblicato entro fine mese, metterà in palio mille posti da cancelliere e altri 3 mila saranno previsti da un secondo bando. Ma su scala nazionale sono novemila i posti attualmente sguarniti e per arrivare alle assegnazioni trascorrerà almeno un altro anno. Per questo, in assenza di altri interventi, il 2017 del Tribunale di Prato si profila difficilissimo. “A giugno avevamo incontrato il sottosegretario Lotti e ci eravamo dati una scadenza a settembre per trovare una soluzione operativa, ma siamo a novembre e purtroppo non ci sono state novità” dice il presidente del Tribunale Pisano, che in passato aveva rivolto un appello ai Comuni affinchè mettessero a disposizione il proprio personale per contribuire al funzionamento della giustizia pratese.
Per i distacchi, tuttavia, occorre l’assenso del lavoratore e a quanto pare nessuno vuole venire a lavorare al Tribunale di Prato dove i carichi di lavoro sono assai impegnativi. Un meccanismo simile ha penalizzato la nostra città anche durante la procedura di mobilità interna al Ministero: “Abbiamo offerto il braccio per il prelievo del sangue” la metafora del presidente Pisano per definire l’emorragia di sette tra funzionari e cancellieri che si sono trasferiti altrove, a fronte di un nuovo direttore amministrativo arrivato a Prato.

Per arginare i disservizi ed evitare un’ulteriore riduzione dell’orario di apertura delle cancellerie, Tribunale e Ordine degli avvocati hanno stretto un nuovo protocollo d’intesa: grazie anche alla tecnologia, il front office del Tribunale sarà “sdoppiato” e alcuni documenti saranno disponibili rivolgendosi all’Ordine defgli avvocati che metteranno a disposizione il proprio personale per questo servizio.

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