21 Novembre 2016

Raffica di controlli nelle aziende cinesi: un operaio su due a nero


17 aziende sequestrate, 86 lavoratori in nero e sanzioni per oltre 180 mila euro. E’ questo, in estrema sintesi, l’esito dei controlli eseguiti la scorsa settimana dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Prato in collaborazione con la task force dei Carabinieri del Comando Tutela del Lavoro di Roma ed i Carabinieri del Nucleo Operativo di Prato. Nel mirino delle ispezioni sono finite 25 ditte cinesi nei comuni di Prato, Poggio a Caiano, Carmignano e Montemurlo operanti in vari settori: pronto moda, confezioni, filature, pelletterie, stirerie e trasporti. Il 68% di queste non è risultata in regola. Per 17 aziende è scattata infatti la sospensione dell’attività. Complessivamente sono stati identificati 183 lavoratori di cui 86 (il 47%) impiegati a nero. Inoltre sono state elevate sanzioni per un importo di 181.900 euro ed effettuati recuperi contributivi per diverse migliaia di euro ancora da quantificare con esattezza. Nove imprenditori cinesi sono stati denunciati per aver impiegato manodopera clandestina. Come già avvenuto in altre occasioni, anche in questo caso è stata riscontrata la presenza tra i lavoratori in nero di cittadini di varie etnie, non soltanto cinesi, e di richiedenti asilo. Secondo quanto riferito dalla Direzione Territoriale del Lavoro, l’azione di contrasto all’illegalità sta comunque cominciando a dare i suoi frutti. “Pur nella permanenza di gravi irregolarità rilevate nelle singole aziende – si legge in una nota della Dtl – si palesano segnali incoraggianti circa un tendenziale minor numero di lavoratori, completamente al nero, come incidenza percentuale, raffrontando le verifiche sulle attività effettuate negli anni passati”.

Foto di archivio

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Rudy
7 anni fa

Queste ditte vanno chiuse e non devono riaprire,se no si fa sempre soliti discorsi