25 Novembre 2016

Ritardi ripetuti, richiamo scritto per la mamma-vigilessa. Polemica tra la Cgil e il comandante Pasquinelli


Una mamma vigilessa arriva in ritardo e il comandante le fa un richiamo scritto. E’ l’episodio denunciato dalla CGIL di Prato che, attraverso il segretario generale della Funzione Pubblica Sandro Malucchi accende in riflettori sulla questione delle pari opportunità e la conciliazione dei tempi di lavoro con la famiglia.

Dito puntato, quindi, contro l’atteggiamento, definito “ostativo” del dirigente dei vigili, colpevole – a detta della CGIL – di aver sanzionato una mamma agente “impossibilitata, oggettivamente, ad iniziare il lavoro prima delle 8 di mattina, primo momento utile per far entrare la figlia di tre anni all’asilo. La lavoratrice madre, per altro sola e con i propri genitori residenti a Lucca, doveva decidere se richiedere un’entrata in servizio posticipata o essere denunciata per abbandono di minori”, fa sapere il sindacato.

Di qui, la richiesta al comandante di inserire la lavoratrice in servizi che permettessero di conciliare le due cose: la soluzione più adeguata è arrivata ma con i tempi lunghi di un’amministrazione che Malucchi definisce “sorda rispetto ai problemi della madre e irrispettosa di principi di leggi che prevedono la flessibilità oraria per le lavoratrici madri”.

Il richiamo scritto indirizzato alla donna dopo alcuni ripetuti ritardi nell’ingresso in servizio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Non è l’esito del provvedimento che impugneremo – riprende Malucchi – a determinare la nostra preoccupazione e a muovere la nostra denuncia. È piuttosto l’atteggiamento irresponsabile verso la condizione della maternità a preoccupare la FP CGIL. Un’irresponsabilità anch’essa figlia di una cultura contro cui è importante che tutti, organizzazioni sindacali e amministrazione pubblica, si schierino con chiarezza e fermezza”.

Pronta la replica del comandante della Polizia Municipale pratese, Andrea Pasquinelli, che si dice, prima di tutto, rammaricato per il fatto di dover discutere pubblicamente di una vicenda strettamente privata. “Detto ciò – commenta -, la situazione non è proprio quella descritta dalla CGIL. La persona ha fatto presente la sua difficoltà nel garantire certi orari e, di risposta, ho fatto notare come oltre la metà del corpo di Polizia municipale sia costituito da donne, che hanno o hanno avuto figli. Si tratta quindi di un problema comune, che però non può impattare su un servizio importante come il nostro, garantito giorno e notte per tutto l’anno e per questo distribuito su turni. Questa persona per una settimana è entrata al lavoro in ritardo o è uscita anticipatamente, creando disagi: a fronte di questo comportamento, per obbligo di legge, ho dovuto procedere con un richiamo scritto, il minimo previsto per questi casi”.

“In seguito abbiamo individuato ben due soluzioni – prosegue Pasquinelli – la seconda delle quali molto concreta. Per cui la mamma entra adesso alle 8.30 invece che alle 7.30: si tratta di un piano orario personalizzato, a cui si aggiunge, tra l’altro, un’attenzione in più: la donna è stata esonerata dai turni notturni, cosa che spetterebbe soltanto al genitore che risulta affidatario esclusivo del bambino. E non è questo il caso della ragazza, che non è l’unica affidataria. Ci sembra insomma di aver fatto molto. Tra l’altro faccio presente anche il disappunto di alcuni colleghi che hanno o hanno avuto figli da gestire”.

 

 

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